L'Austria sulla questione migranti ci mette i piedi in testa. Vienna minaccia di chiudere il Brennero se continueremo a mandare immigrati verso Nord. Il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha chiarito al suo omologo italiano, Angelino Alfano: «Pretendiamo che venga interrotto il traghettamento di migranti illegali dalle isole italiane, come Lampedusa, verso la terraferma. Se l'Italia dovesse continuare con i tempestivi trasferimenti, non aumenterà solo il sovraccarico in Europa centrale, ma continueranno anche gli annegamenti. Il salvataggio in mare non deve essere un ticket per l'Europa centrale. Se si dovesse applicare il lasciapassare verso Nord, metteremo in sicurezza i nostri confini». Solo a sera dal titolare della Farnesina arriva una replica: Le «sue sono idee per la campagna elettorale austriaca (il voto anticipato è previsto il 15 ottobre)G liel'ho detto chiaramente». Ma il diktat austriaco sembra un'imposizione che va nella direzione del «avete voluto gli immigrati, siete responsabili dell'invasione del vostro Paese e ora teneteveli». D'altronde, che la maggior parte delle nazioni europee fosse contraria a darci una mano, lo si era capito da tempo. E la debolezza dell'Italia sullo scacchiere internazionale inizia a diventare una certezza.
L'unica reazione arriva dal sindaco di Lampedusa, Totò Martello, che ora si scaglia contro il governo: «È inaccettabile, reagisca immediatamente e in modo determinato. Lampedusa non accetta di essere trattata e indicata come un lager dove detenere i migranti. Parole gravissime - aggiunge - tanto più perché pronunciate da un ministro e dette con una sorprendente leggerezza rispetto a un'isola che dal '93 ha sostenuto il peso dell'Europa. Siamo indignati».
Un altro dato preoccupante arriva dal prefetto Giovanni Pinto, direttore centrale dell'Immigrazione e della polizia delle frontiere che ieri, nella sua audizione al comitato parlamentare su Schengen ha ammesso che «si è arrivati a 52 partenze simultanee in una sola giornata nel 2016. Contro questa strategia un grande valore assume la collaborazione con gli Stati. Si sta, ad esempio, lavorando a creare una sala operativa in Libia, che sarebbe un aiuto importante nell'azione di contrasto».
Un altro dato interessante, oltretutto, si rileva dai periodi di arrivo dei migranti. Il trend fa registrare un afflusso maggiore durante i week end. Ciò fa pensare che le partenze siano coordinate e che possano essere «incanalate» da qualche spalla direttamente nel Mediterraneo.
Da chiedersi perché le navi delle Ong - e ciò è rilevabile da qualsiasi app utile a individuarne la posizione tramite transponder - poco prima dell'evento Sar si posizionino in alcune precise zone del Canale di Sicilia o nei porti e poi si muovano proprio nei giorni immediatamente precedenti al fine settimana.
La questione sarebbe allo studio delle procure siciliane che hanno aperto indagini conoscitive sull'operato delle organizzazioni non governative che, proprio in questi giorni, hanno ricevuto il codice di comportamento dal ministero dell'Interno e sono state convocate il prossimo 25 luglio al Viminale per discuterne con il ministro Minniti. Alcuni dei rappresentanti delle Ong hanno fatto capire che senza modifiche non firmeranno il documento, ma così rischieranno di non poter più entrare nei porti italiani.
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