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Migranti, l'Europa ci snobba. Si rischia una nuova ondata

Draghi fa sponda con la Spagna e impone il tema al vertice Ue. Ma difficilmente l'intesa arriverà a breve

Migranti, l'Europa ci snobba. Si rischia una nuova ondata

Sul tema migranti l'Europa latita, nonostante le promesse di vicinanza all'Italia. Su richiesta del premier Mario Draghi, durante la cena di lavoro legata al vertice Ue che avrà luogo lunedì a Bruxelles, si parlerà anche del tema immigrazione. Anche se la gestione dei flussi migratori verso l'Europa non sarà nell'agenda del Consiglio Europeo straordinario previsto per i prossimi giorni.

Però ci si aspetta che il presidente del Consiglio italiano prenda in mano la situazione e si imponga, insieme al premier spagnolo Pedro Sanchez, perché la vicenda è di importanza vitale per il Paese, visto l'incremento di arrivi degli ultimi giorni.

All'ordine del giorno dell'incontro ci saranno anche «le relazioni con la Gran Bretagna e con la Russia e si parlerà inoltre della crisi in Medio Oriente. Martedì mattina i leader Ue torneranno a riunirsi e parleranno in particolare di Covid e clima».

Un vero e proprio esordio per Draghi, che è certo porterà avanti le ragioni italiane e la necessità che l'Europa sia vicina all'Italia in un momento in cui, vuoi per il clima particolarmente favorevole, vuoi per condizioni geopolitiche attuali, stanno portando a un incremento delle partenze dal Nord Africa, in particolare da Libia e Tunisia.

Nel corso del summit, tra l'altro, si parlerà anche di Russia, Medio Oriente e relazioni con la Gran Bretagna.

Diversa l'agenda per martedì, che prevede che i capi di Stato è di governo discutano della «presentazione del pacchetto Fit for 55 della Commissione Europea, le proposte legislative che adatteranno la legislazione Ue all'obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e della situazione epidemiologica, anche alla luce dell'accordo trovato ieri tra Parlamento Europeo e Consiglio sul Green Pass, o Certificato Covid Europeo Digitale», come riportano le agenzie.

Sia l'Italia che la Spagna, che sta affrontando la questione migranti con forza, sicuramente insisteranno affinché si parli dei flussi. Madrid, lo si apprende da fonti giornalistiche, vuol puntare l'attenzione in particolare su quanto sta avvenendo a Ceuta, sulla costa marocchina e alle Canarie.

Per quanto riguarda il nostro Paese, Draghi dovrebbe parlare di Lampedusa, delle partenze da Libia e Tunisia e dell'impegno Ue, troppe volte promesso e sempre troppo poco concretizzato.

A settembre dello scorso anno la Commissione europea ha presentato peraltro «una proposta per un nuovo patto sulle migrazioni e l'asilo che non prevede un netto superamento del principio cardine dell'accordo di Dublino, cioè l'attribuzione ai Paesi di primo arrivo degli oneri connessi ai flussi migratori. Il patto è in discussione, ma non ha fatto molta strada, tanto che la commissaria Ylva Johansson ha pubblicamente lamentato la lentezza con cui procede il dossier. Secondo fonti qualificate, è molto difficile che si arrivi ad un accordo su una nuova politica Ue di migrazione e di asilo prima dell'estate».

La soluzione? Potrebbe risiedere in una «cooperazione rafforzata», tra i Paesi che sono d'accordo, tenendo fuori chi non lo è.

Ma c'è chi è scettico, come la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini che chiarisce: «Dopo il deludentissimo patto per le migrazioni, è inutile farsi illusioni: la solidarietà nella redistribuzione dei migranti è destinata a restare un miraggio, e l'unica strada da percorrere è un ferreo controllo delle partenze, il ripristino dei canali legali di ingresso e un meccanismo di rimpatri che non sia interamente a carico dei Paesi di primo ingresso».

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