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Migranti, il Papa: "Non lasciate in balia delle onde chi fugge dalla fame"

Mentre la nave Aquarius fa rotta verso la Spagna, Bergoglio torna ad attaccare: "Non vivete del superfluo, ma chinatevi con compassione sui più deboli"

Migranti, il Papa: "Non lasciate in balia delle onde chi fugge dalla fame"

Il monito di papa Francesco arriva mentre la nave Aquarius sta facendo rotta verso Valencia. E, sebbene non nomini mai il nome di Matteo Salvini, che ha vietato alla Ong tedesca di scaricare 629 immigrati clandestini nei nostri porti, sembra quasi il governo italiano (e, più in generale, i governi europei), il destinatario del discorso pronunciato da Bergoglio ai Maestri del Lavoro, ricevuti oggi in Vaticano. "Non lasciate in balia delle onde - è l'appello lanciato dal Pontefice - chi lascia la sua terra affamato di pane e di giustizia".

In questi giorni di braccio di ferro, in cui i Paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo, e l'Unione europea faticano a trovare una soluzione concreta all'emergenza immigrazione, non è la prima volta che papa Francesco entra a gamba tesa sull'argomento. Già ieri, in un messaggio inviato ai partecipanti al "Colloquio Santa Sede-Messico sulla migrazione internazionale", aveva invitato i fedeli a non considerare i migranti numeri ma persone, i cui diritti e dignità devono essere sempre tutelati e difesi, abbattendo il muro di una "complicità comoda e muta". Oggi, nel suo intervento ai Maestrio del Lavoro, è tornato alla carica mettendo sulla graticola il governo italiano e l'Unione europea. E per farlo ha preso in presito le Beatitudini di Gesù. "Insegnino a noi e al nostro mondo - ha scandito - a non diffidare o lasciare in balìa delle onde chi lascia la sua terra affamato di pane e di giustizia; ci portino a non vivere del superfluo, a spenderci per la promozione di tutti, a chinarci con compassione sui più deboli".

Nel discorso di oggi il papa Francesco ha anche messo in guardia dalla "comoda illusione che, dalla ricca tavola di pochi, possa 'piovere' automaticamente il benessere per tutti". Secondo Bergoglio, "una società che non si basi sul lavoro, che non lo promuova concretamente, e che poco si interessi a chi ne è escluso, si condannerebbe all'atrofia e al moltiplicarsi delle disuguaglianze". "All'opposto - ha scandito il Pontefice - una società che, in spirito sussidiario, cerchi di mettere a frutto le potenzialità di ogni donna e ogni uomo, di ogni provenienza ed età, respirerà davvero a pieni polmoni, e potrà superare gli ostacoli più grandi, attingendo a un capitale umano pressochè inesauribile, e mettendo ognuno in grado di farsi artefice del proprio destino, secondo il progetto di Dio".

La presa di posizione del Pontefice non ha scalfito Salvini che è determinato ad andare avanti con il pugno duro.

"Qualcuno, non dirò i nomi neanche sotto tortura, mi ha contattato per chiedermi di andare avanti sulla strada cominciata - ha detto il ministro dell'Interno - questo, al di là del fatto che si sia credenti o non credenti, mi fa piacere perchè il diritto a emigrare, va contemperato col diritto di non emigrare".

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