A giugno aveva chiesto al ministro Minniti una “moratoria sui nuovi arrivi” di migranti nella Capitale. Ora la sindaca Virginia Raggi si prepara a stanziare ulteriori 10,7 milioni di euro per l’accoglienza dei cittadini stranieri che non rientrano nel circuito SPRAR, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del ministero dell’Interno.
I nuovi fondi messi a disposizione dall’amministrazione pentastellata provengono, infatti, interamente dalle casse del Campidoglio e serviranno a finanziare, nel triennio 2018-2020 una serie di progetti “per l’accoglienza di cittadini immigrati in condizioni di fragilità al di fuori del sistema SPRAR”. Si tratta in particolare della creazione di tre nuovi centri di accoglienza, di altrettante comunità di pronta accoglienza e di due comunità alloggio, per un totale di 310 posti. Di questi, 210 saranno riservati a “uomini singoli”, 60 saranno divisi fra donne con figli minori e nuclei familiari, 20 saranno destinati ai “migranti con problematiche psicosociali” e altrettanti ai migranti neomaggiorenni.
L’obiettivo dell’assessorato alla Persona, Scuola e Comunità Solidale della giunta Raggi, si legge nella determinazione dirigenziale con cui è stato indetto il bando per la nuova gara d’appalto, è quello di “garantire servizi di accoglienza” alla “popolazione più vulnerabile della città”. Servizi che, specifica l’assessorato, dovranno sia rispondere “alla complessità dei bisogni emergenti” e alle “vulnerabilità rilevate”, sia “contenere il rischio di tensioni e conflitti sociali sui territori in cui insistono le strutture”.
Ma la decisione della giunta grillina ha suscitato già le prime polemiche.
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