E Lerner sale già sul barcone: "Dobbiamo far pace con Ong"

Dopo la proposta di Di Maio che parla di trattenere in Libia i migranti, sotto l'egida dell'Onu, da sinistra gli intellettuali si scaldano e Gad Lerner invita il Conte bis a "fare pace con se stesso", oltre che con le ong

E Lerner sale già sul barcone: "Dobbiamo far pace con Ong"

Nemmeno il tempo di mettere nero su bianco la proposta, che già da quello stesso settore culturale ed intellettuale da cui ad agosto arriva la spinta maggiore per la formazione del nuovo governo giallorosso, piovono critiche per il “povero” (in questo caso) Luigi Di Maio.

Il ministro degli Esteri è reo di aver proposto una ricollocazione in Libia dei migranti intercettati dalla Guardia Costiera del paese nordafricano, dando all’Oim ed all’Unhcr, due agenzie delle Nazioni Unite, la gestione dei campi profughi nei dintorni di Tripoli.

Più in generale, il leader politico del Movimento Cinque Stelle è fautore di una politica volta ad azzerare gli sbarchi, per sua stessa ammissione. A differenza di un Giuseppe Conte sorridente quando si tratta di commentare gli esiti della passerella (perché solo di questo si è trattato) tenuta a Malta in occasione del summit tra i ministri dell’interno, Di Maio sull’incontro di La Valletta è tra i pochi della maggioranza a tenere un profilo molto più cauto: “Buon primo passo – dichiara il titolare degli Esteri – Ma il vero problema si risolve azzerando gli sbarchi”.

Certo, fa anche un po’ parte del gioco delle parti tra lui e Conte: il presidente del consiglio per il momento ha tutti i riflettori puntati e si prende ben volentieri la scena, Di Maio non vuol apparire troppo “periferico” all’interno del nuovo esecutivo e quindi non può mostrare totale appiattimento con le posizioni del premier.

Il leader politico del Movimento Cinque Stelle cerca quindi di prendersi un proprio spazio nell’esecutivo giallorosso, magari quello di chi sull’immigrazione, a differenza del Pd, non vuole cancellare del tutto l’azione politica dell’ex ministro ed ex alleato Matteo Salvini.

Da qui quindi la linea di Di Maio, volta a non puntare tutto sull’Europa e sulla speranza, già peraltro ampiamente disattesa, di una solidarietà che arrivi dai paesi comunitari. E questo però, agli occhi di una certa sinistra che stringe solidarietà con Carola Rackete in occasione del caso Sea Watch a luglio, non può essere accettabile.

Lo si intuisce dalle parole di Gad Lerner, giornalista tra i più rappresentativi delle posizioni pro Ong, il quale punta il dito contro Di Maio e chiede al governo un’ulteriore svolta in fatti di gestione dell’immigrazione.

Giuseppe Conte forse spera che, con l’ingresso in ben due occasioni della Ocean Viking, la nave cioè dell’Ong Sos Mediterranée, possa acquietare ed accontentare non solo e non tanto il Pd, quanto per l’appunto quella parte vicina culturalmente all’ideologia delle stesse Ong. Così non è: secondo Gad Lerner, che scrive un editoriale in merito su Repubblica, il “Conte bis deve mettersi d’accordo con se stesso”.

Una frase che suona come un monito per Di Maio e per la sua proposta di ospitare i migranti direttamente in Libia, proposta peraltro non nuova visto che nel 2017 viene portata alla ribalta del dibattito politico da Marco Minniti, ministro dell’interno di un governo targato Partito Democratico.

Ma in effetti già all’epoca Minniti viene dipinto come l’uomo più a “destra” del Pd, in pochi tra chi appartiene all’ambiente culturale affine alle Ong, di cui fa parte Lerner, gli perdonano proprio il codice delle Ong. Una norma quella che equivale al primo vero stop delle attività delle organizzazioni non governative, dopo la constatazione che nel giugno 2017 il numero dei migranti approdati supera quota 23.000 (la stessa raggiunta sommando tutti i mesi del 2018).

In poche parole, essere sorridenti all’Europa ed aprire i porti di Lampedusa e Messina alla Ocean Viking non basta. Dalle parole di Gad Lerner, esce fuori la convinzione da parte di questo settore culturale della sinistra che invece il Conte II deve fare di più, deve fare una “pace con le Ong”, per usare le stesse parole del giornalista.

“Capisco l’imbarazzo di chi si era marchiato d’infamia etichettando come “taxi del mare” coloro che salvano degli esseri umani – si legge ancora nell’editoriale di Lerner – Ma non si può continuare a tenere il piede in due staffe”. Che poi è anche vero: Conte prova a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, Di Maio prova a passare per quello che non vuole smontare la linea di Salvini mentre fa gli accordi con il Pd, entrambi del resto sanno che piegarsi alla linea pro Ong politicamente è un suicidio.

Ma secondo Gad Lerner, al pari dell’ambiente culturale di cui è uno dei rappresentanti, quanto fatto in questo primo mese non basta: occorre spalancare

porte e porti e, in poche parole, Giuseppe Conte e Di Maio prima ancora che i presunti passaggi di grillini verso la Lega devono temere, per la loro maggioranza, la pressione di chi ad agosto tifa per un accordo tra M5S e Pd.

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