Milano inferno dell'auto: diecimila multe al giorno

Il capoluogo lombardo «migliora» il record italiano che già deteneva e incassa 188 milioni (+51 sul 2014). Il sindaco Pisapia: bene così. Il centrodestra: vessazione salva-bilancio

Q uel sottile confine tra imporre il Codice della strada e fare cassa. Milano sembra averlo superato da un pezzo. Già due anni fa con 137 milioni a bilancio si era qualificata capitale italiana delle multe, ma nel 2015 è riuscita a fare persino di meglio per difendere il titolo. Il Comune ha incassato 51 milioni in più. I vigili hanno macinato tre milioni e mezzo di verbali - diecimila al giorno - e la cifra totale ammonta a 188 milioni di euro. Detto in altri termini, ogni minuto il Comune governato dal sindaco Giuliano Pisapia ha incassato 388 euro. Con Area C, la tassa da cinque euro al giorno per entrare in centro che segna più guadagni per le sanzioni che per la vendita dei ticket e una serie di nuovi autovelox piazzati ad arte (il più contestato, sul cavalcavia Monteceneri, stanga chi supera i settanta chilometri all'ora su una strada a quattro corsie all'uscita dalle autostrade) il conto non sorprende più di tanto i milanesi. C'era da aspettarselo.Il sindaco ieri ha difeso la linea: «Credo che utilizzare gli autovelox sia un deterrente, lo ha dimostrato non solo la diminuzione degli incidenti. E voglio ricordare che la stragrande maggioranza delle somme ricavate sono state usate per la sicurezza stradale come solo in parte prevede la legge». E il bilancio dettagliato delle multe 2015 infatti è emerso dalla delibera con cui il Comune giorni fa ha deciso come reinvestire il 50 per cento dei proventi dalle multe, 94 milioni destinati al «potenziamento delle attività della polizia locale». Si parla di manutenzione delle strade, installazione di barriere protettive, ma anche di un aumento dei controlli su guida senza cinture o con il cellulare. Una nuova stangata in arrivo.Il candidato sindaco del centrodestra a Milano, Stefano Parisi, ha già anticipato che se sarà eletto toglierà «tutti quegli autovelox che sono stati posizionati con lo scopo evidente di fare cassa». Anche la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini, capolista del partito alle Comunali, attacca il modello Pisapia: «Ai milanesi non bastavano le tasse altissime, sono stati vessati con diecimila multe al giorno, utili solo per fare cassa. Autovelox installati anche dove non c'è bisogno, perché non è alto il livello di incidenti». E «hanno preferito multare le auto sulle strisce blu invece di andare a colpire il posteggio in doppia fila che fa impazzire il traffico. Noi vogliamo più vigili nelle strade, ma a fianco dei cittadini e non contro, che ci proteggano e garantiscano la sicurezza».Per Maurizio Lupi, capogruppo di Area popolare alla Camera, l'immagine è quella di una città «abitata solamente da trasgressori del Codice della strada. Una multa ogni 8/9 secondi. È come se ogni abitante, bambini compresi, versasse una tassa occulta pari a 134 euro all'anno al Comune. A questo punto è molto più che un sospetto che le sanzioni servano a mettere a posto il bilancio comunale». Il rapporto tra amministrazione e cittadini conclude l'ex ministro «deve cambiare, la sicurezza non si ottiene con le vessazioni ma con l'educazione stradale e la prevenzione».

Riccardo De Corato, capolista di Fratelli d'Italia, da ex vicesindaco aveva anche la delega alla Sicurezza e veniva contestato per la linea dura sulla sosta selvaggia, ma nel mirino aveva soprattutto le doppie o triple file e l'occupazione dei passi carrai. «Complimenti a Pisapia - ironizza - l'ultrà delle contravvenzioni».

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