Milano isolata, Linate chiuso. E Alitalia vende biglietti falsi

Il city airport non apre prima di ottobre, la compagnia insiste: "Forse riapre il 14 luglio, decide il ministero"

Milano isolata, Linate chiuso. E Alitalia vende biglietti falsi

Alitalia continua a vendere i biglietti da Milano Linate, dalla data del primo agosto, quando non si conosce ancora il giorno di riapertura dell'aeroporto: ma le voci più insistenti, negli ambienti politici e in quelli aeronautici, dicono che prima di ottobre non riaprirà. Una presa in giro? Linate è per il 70% mercato di Alitalia, e le pressioni per farlo riaprire sono fortissime, anche se il numero attuale di passeggeri è talmente esiguo da non giustificarlo sul piano economico per il gestore: a Malpensa, l'unico scalo milanese aperto, i viaggiatori sono 8mila al giorno (4mila fino al 3 giugno), quando lo scorso anno, tra i due aeroporti, erano 110mila. Poiché la Sea, che gestisce gli scali di Milano, è in maggioranza del Comune, costringerla a operare in perdita significa sottrarre dividendi alla collettività milanese, magari a vantaggio di Alitalia che oggi, statalizzata, rappresenta più che mai il mondo romano.

Ricordiamo che fino a pochi giorni fa Alitalia (e, a onor del vero, anche altre compagnie) ha venduto normalmente voli da Linate anche per luglio: tutti voli spostati a Malpensa, che lì s'ingolfano con altre problematiche, legate alla flotta (gli aerei in esercizio sono una minoranza), alle riprotezioni e vedi articolo a fianco ai rimborsi. Milano e Roma oggi sono collegate da Malpensa con (sole) 4 coppie di voli al giorno, che saliranno a 5 da luglio; i Frecciarossa sono 25 (coppie) al giorno, solitamente esauriti (ricordiamo che nei treni vige ancora la regola un posto si e uno no, quando sugli aerei è stata superata). Così ne va della connettività tra la prima e la seconda città italiana, uno dei collegamenti più frequentati d'Europa.

Alitalia si difende sostenendo di essere vittima, e non artefice delle incertezze: «Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emesso un decreto il 14 giugno, senza menzionare Linate tra gli aeroporti in riapertura. Il decreto scade il 14 luglio, quindi ci si può aspettare che Linate possa aprire, in base a un nuovo decreto, anche il giorno dopo, il 15: queste sono le uniche indicazioni ufficiali che abbiamo. Poiché la programmazione procede mese per mese, abbiamo provveduto a spostare le prenotazioni su Linate dal primo luglio al primo agosto perché dobbiamo aspettarci che il nuovo decreto possa riaprire Linate già il 15 luglio». È comunque il ministero non Alitalia, non la Sea, non l'Enac che deve decidere il giorno di riapertura, sentite ovviamente gli altri interlocutori. Vendono biglietti da Linate da agosto anche Iberia, Lufthansa, British Airways, easyJet: ma la quantità di voli e di posti offerti non è paragonabile.

È chiaro che Alitalia, prossima a essere nazionalizzata, oggi ha un peso più forte del passato in quanto parte e non controparte di un sistema governativo; ma qualcuno riferisce di tensioni al suo interno, visto che in questi giorni sarà nominato il nuovo vertice e che i due principali manager sono entrambi candidati all'incarico di amministratore delegato; non stupisce quindi un clima di rivalità che ha per teatro proprio l'operatività della compagnia.

Intanto, i passeggeri sono inferociti. Alitalia volerà in luglio al 30% dell'operativo pre-Covid, nel terzo trimestre stima di risalire al 40% e a Malpensa, pur essendo pochi i voli, c'è molta confusione, con ritardi, rinvii, cancellazioni e varie altre amenità.

Famiglie intere di viaggiatori che hanno già prenotato alberghi o case vacanza sono sottoposte a uno stress non invidiabile, avvertite alla vigilia che non potranno partire e lasciate appese a una risposta di call center che non arriva.

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