Milano Tutti insieme. Il centrodestra ci prova. E il laboratorio Milano potrebbe diventare un capolavoro, fra il 5 giugno (primo turno) e il 19 (data del probabile ballottaggio).
Per 5 anni amministrata (piuttosto male) dalla sinistra a guida «arancione», considerata già vinta in casa Renzi - tanto che il Pd ha pensato di poter fare a meno dell'uscente Giuliano Pisapia - oggi la città più ricca e laboriosa d'Italia è perfettamente in bilico. Con i 5 Stelle che viaggiano lontani dalle medie nazionali, Milano è contesa fra Beppe Sala, ex commissario Expo oggi più o meno renziano, e Stefano Parisi, manager riformista e liberale che può contare sul sostegno convinto di Silvio Berlusconi e sull'appoggio dei partiti tradizionalmente definiti «moderati». «Tutti insieme appassionatamente» sorrideva ieri Matteo Salvini, autografando decine di libri davanti alla stazione Centrale, dove la Lega ha tenuto la sua manifestazione nazionale, colpita da un autentico nubifragio. «Tutti insieme» perché - salvo sorprese - e nonostante le divisioni registrate a Roma e non solo, venerdì a Milano Matteo Salvini sarà con Silvio Berlusconi in piazza Gae Aulenti, a chiudere la campagna di Parisi, che secondo i sondaggi è praticamente appaiato a Sala. L'ex direttore generale di Confindustria potrebbe spuntarla di poco o inseguire di poco. Sicuramente non ci sarà un gran distacco, quello che in casa Pd immaginavano solo pochi mesi fa sull'onda delle primarie e dell'effetto Expo. Stasera Sky alle 21 ospita un confronto con Sala-Parisi e il grillino Gianluca Corrado.
Oggi per Sala il risultato delle primarie (peraltro non brillante) è assai lontano. E quotidiane sono invece le pene legate a un approccio faticoso con la politica, alle gaffe («sono un po' naif» ha detto) e soprattutto agli imbarazzi scaturiti dai numeri dell'evento Expo. Parisi, al contrario, dopo una inevitabile rincorsa, ha dimostrato di saperci fare. Ha preso posizioni rassicuranti, ha scritto un programma equilibrato fra le varie forze che lo sostengono. Ha saputo tenere insieme tutti, scegliendo per la sua coalizione una «trazione» centrista. Forza Italia lo appoggia con entusiasmo. Come Maurizio Lupi, capolista di un Ncd ambrosiano («Milano popolare») che in caso di vittoria potrebbe anche diventare qualcosa in più di una lista civica. Come detto, lo sostiene anche il leghista Salvini, che ieri sul palco non aveva Parisi al suo fianco (c'era invece la candidata leghista di Bologna, Lucia Borgonzoni) ma lo ha incontrato prima della manifestazione. E Parisi ha fatto sapere di aver visto anche Berlusconi, Lupi e Ignazio La Russa.
Uniti dunque, il centrodestra e un bel pezzo del mondo centrista e borghese, alla vigilia del voto comunale più importante. «Si parlerà di Milano, delle case di Milano e del lavoro di Milano» ha detto poco prima di salire sul palco Salvini, parlando di venerdì. E già stasera Silvio Berlusconi potrebbe partecipare alla chiusura della campagna elettorale della capolista Mariastella Gelmini, altra «parisiana» convinta, un po' come Roberto Maroni, il governatore che con Forza Italia e Ncd governa da 3 anni.
Tutti insieme, dunque.
Tutti insieme ragionevolmente, si potrebbe dire. E poi, soprattutto se a Milano il maltempo dovesse continuare come pare, non è detto che tanti elettori scelgano il week end fuori piuttosto che le urne (come forse spera il governo Renzi).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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