Milano, spunta la pista suicidio nelle indagini sull'esplosione

Gli inquirenti non escludono anche questa ipotesi

Cristina Bassi

Milano L'ipotesi del gesto volontario, nell'esplosione di via Brioschi a Milano, era stata esclusa nelle prime ore di indagini. Ora però fonti della Procura precisano che viene presa in considerazione e resta in campo insieme ad altre. Non è ancora stata scartata. Gli inquirenti non confermano né smentiscono tale scenario, ma spiegano che non sono emersi allo stato elementi che possano suffragare la pista del suicidio.

Domenica mattina al terzo piano della palazzina sono morte tre persone. Micaela Masella, madre di famiglia, e due fidanzati marchigiani, Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa. Altre nove sono rimaste ferite. I più gravi sono Giuseppe Pellicanò, marito della Masella, e le loro due figlie di 7 e 11 anni. Profondamente ustionati, sono ricoverati all'ospedale Niguarda. Dai primi rilievi sui contatori del gas sarebbe risultato - secondo indiscrezioni - un picco anomalo nei consumi intorno alle 6.30 di domenica. Il contatore sarebbe quello di casa Pellicanò, da dove quindi sarebbe partita la fuga di gas letale (e non dalla casa della giovane coppia, come si credeva all'inizio). Fuga che però potrebbe essere stata causata anche da un lavoro sull'impianto eseguito male o da un guasto e non dal gesto sconsiderato - tagliare o sradicare un tubo - di un inquilino. I vigili del fuoco e la polizia scientifica hanno recuperato i resti delle due cucine, che avevano le valvole di sicurezza, e alcune parti di tubi. Dalla Procura confermano il picco anomalo nel consumo di gas, comunicato dalla società fornitrice A2a, sottolineano però che non è ancora possibile stabilire con esattezza in quale appartamento si sia verificato. Rimangono grandi incertezze, che gli inquirenti sono decisi a risolvere verificando con cura ogni dato ed evitando approssimazioni. Non è certo, spiegano, neppure che la perdita abbia avuto origine là dove poi c'è stata l'esplosione. L'instabilità, cioè la pericolosità, del gas metano varia a seconda della saturazione e della pressione. L'elemento, come l'acqua, passa da un locale all'altro e si infiltra. Può quindi deflagrare anche dove ci sono meno pressione e meno saturazione. È difficile però non avvertirne la puzza. Il metano è infatti inodore ma per l'uso domestico viene «odorizzato» proprio per motivi di sicurezza. Le indagini dunque - coordinate dal pm Elio Ramondini - non escludono alcuna ipotesi. Le verifiche riguardano anche il funzionamento o meno del contatore che ha rilevato il picco, se un picco sia stato registrato anche da altri o in altre giornate, se in due ore o poco più una stanza si potesse saturare. L'intervallo messo in evidenza dal contatore che non è elettronico inoltre è molto ampio, dalle 6 di domenica alle 6 di lunedì.

Sotto la lente anche i rapporti personali delle vittime Sono stati sentiti familiari e conoscenti, anche se Pellicanò non è stato interrogato per ora a causa delle sue condizioni. Lui e la moglie si stavano separando e alcuni testimoni hanno raccontato che aveva attraversato un periodo di depressione. Altri hanno detto però che da quel momento difficile si era ripreso.

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