Roma Anastasia è la bionda dai mille misteri. Dai troppi silenzi e i «non ricordo». Il gip l'ha definita «fredda e professionale» nella trattativa per l'acquisto della droga; la stessa droga con cui lei, a caldo, diceva di «non avere nulla a che fare», accreditando la storia dell'aggressione e della rapina subita da sconosciuti. Lei, la fidanzata di Luca Sacchi, assente al funerale del fidanzato, continua a fare scena muta. Del resto le poche parole messe a verbale la sera del delitto, «avevo solo pochi spiccioli», bastano e avanzano per capire che da lei gli investigatori non possono tirar fuori nulla. Devono lavorare sui tabulati telefonici i carabinieri di via in Selci e gli agenti della squadra mobile, su quegli sms scambiati con i complici di quella rapina finita nel sangue, sugli amici e sui testimoni dell'esecuzione di Luca Sacchi. Si, un'esecuzione in piena regola per la Procura. Secondo il gip Costantino del Robbio, che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, Del Grosso impugna il revolver non per spaventare ma per uccidere e impossessarsi del bottino. «Che ha detto tuo padre?» chiede Del Grosso a De Propris. «Che sei un coglione, non ti si può dare niente in mano» risponde l'amico. A raccontare lo scambio di battute fra i due spacciatori è Giorgia D'Ambrosio, la ragazza di Del Grosso. E i soldi? Misteriosamente scomparsi. Che fine hanno fatto i 70mila euro che Del Grosso avrebbe voluto utilizzare per fuggire in Sud America? Al suo datore di lavoro, Andrea Butera, il 21enne pasticcere racconta di voler scappare in Brasile: «Tanto abbiamo settantamila euro» gli dice. Lo zaino, il bossolo, la mazza da baseball e la 38 special sono stati recuperati su indicazione dei killer. I soldi no. Dov'è finito il denaro di Anastasia? La donna mente su quanto accaduto quella sera? I testimoni oculari sono tutti d'accordo sul ferimento di Luca. Massimo Leardini ricorda un uomo sui 25 anni, Del Grosso, arrivare verso Luca e fermarsi a un paio di metri da lui. Estrarre un'arma e, a braccio teso, fare fuoco prima di darsela a gambe levate. Conferma tutto anche Simone Murraca, in strada davanti al pub John Cabot. Tommaso Canessa, terzo testimone, dice di aver visto colpire Anastasia. Domenico Costanzo Marino Munoz è il quarto teste chiave. Anche lui sostiene di aver visto Anastasia colpita alla testa da una mazza da baseball con una sfera all'estremità. Ma i genitori di Luca non ci credono. Come si spiegherebbe, altrimenti, la richiesta fatta i giorni scorsi ai pm? «Abbiamo chiesto il prelievo del campione biologico di Anastasia per confrontarlo con quelli che saranno rinvenuti nella mazza da baseball - spiegano con i loro legali -. Questa indagine potrebbe confermare o meno la versione della ragazza». Luca Sacchi, invece, fino a che punto era coinvolto nell'affare a quattro zeri? Per gli inquirenti non ci sarebbero elementi per sostenere che la vittima fosse dentro il «movimento» di droga. Anastasiya non aiuta a chiarire.
Il pm Nadia Plastina scrive: «La Kylemnyk dimostra, con la sua sorprendente chiusura ad ogni collaborazione con gli organi investigativi per assicurare alla giustizia gli autori del delitto nei confronti del fidanzato la chiara, predominante, volontà di preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale, dunque, non intende recidere i legami». Soprattutto quella con Princi.La famiglia Sacchi è sconvolta dagli sviluppi dell'inchiesta: «Abbiamo sempre sospettato che Anastasia non dicesse la verità. Giusto che anche lei paghi».
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