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Minacce e insulti, Grillo rischia 3 anni di carcere

Indicò come bersaglio il professor Battaglia. E la sua auto venne distrutta

Minacce e insulti, Grillo rischia 3 anni di carcere

Meno male che ha l'avvocato in casa (il nipote Enrico Grillo, che è anche vicepresidente del M5S secondo lo statuto depositato dal notaio). E meno male che finora le condanne sono state tramutate in sanzioni pecunarie, e che le risorse economiche al milionario Beppe Grillo non mancano. Sennò da pregiudicato per omicidio colposo, e con diverse condanne di diffamazione (più un patteggiamento per aver definito «vecchia puttana» la scienziata Rita Levi Montalcini), per il comico e leader M5S sarebbero guai seri (rischia la contestazione della recidiva). Chissà come andrà a finire questa volta, di fronte ad un nuovo rinvio a giudizio, disposto pochi giorni fa dalla Procura di Ascoli Piceno, ancora per diffamazione, reato per il quale si rischiano da 6 mesi a tre anni (udienza fissata per il 26 marzo).

La vittima è Franco Battaglia, docente di Chimica Ambientale all'Università di Modena e commentatore del Giornale sui temi ambientali. La vicenda si trascina dal maggio 2011, quando Battaglia ospite di Annozero spiega che le radiazioni nucleari di Fukushima (dopo lo tsunami che colpì le coste giapponesi) non avrebbero avuto conseguenze sanitarie per la popolazione. Per sostenerlo Battaglia cita un rapporto dell'Onu («Tra le persone esposte non si osserva alcuna maggiore incidenza di effetti sanitari attribuibili alle radiazioni, né tali effetti sono da attendersi nel futuro»), e un precedente studio su Chernobyl.

Grillo ascolta, e alla prima occasione, in un comizio poi rilanciato sulla Rete, si avventa su Battaglia. Ecco le parole riportate dal decreto della Procura: «Non vado a mediare ad un coglione che va in tv a dire una cazzata e vuole il contraddittorio. Quando tu parli con un imbecille, uno che vede dall'esterno vede due imbecilli che parlano». Poi ancora più forte: «Non puoi permettere a un ingegnere dei materiali e neanche ad un ingegnere nucleare, parlo di Battaglia, un consulente delle multinazionali, di andare in tv, e dire così, con nonchalance , che a Chernobyl non è morto nessuno. Io ti prendo a calci nel culo e ti sbatto fuori dalla televisione, ti prendo un avvocato e ti denuncio e ti mando in galera». «Frasi diffamatorie - scrive la Procura - divulgate anche in Rete».

Sarà dura dimostrare che non si tratta di insulti ma di libere opinioni di Beppe Grillo. «Non sono particolarmente permaloso - racconta Battaglia -. Però, se uno con la forza mediatica di Grillo indica alla folla un obiettivo da colpire, qualcuno più ottuso d'altri finisce con l'eseguire. Ora, premesso che io non avrei nulla in contrario ad essere consulente delle multinazionali, sta di fatto che non lo sono di alcuna.

Altrettanto certo è che Grillo avrebbe trovato concreto ascolto tra i suoi sodali: alcuni giorni dopo quel suo comizio, qualcuno si sentì autorizzato a distruggere a sassate la mia automobile». Una missione difficile, dunque, per il nipote di Grillo, difensore del comico col vizietto della diffamazione.

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