Minacce a monsignor Balda: "Sospetto la Chaoqui"

Il prelato di Vatileaks ha ricevuto sms durissimi. E nella denuncia ha indicato la ex pr vaticana

Minacce a monsignor Balda: "Sospetto la Chaoqui"

«Il tempo si avvicina, quelli come te non meritano di vedere la luce del sole». Un messaggio intimidatorio, una chiara minaccia anonima, ricevuta a sorpresa sul telefonino, via sms. Se il caso Vatileaks 2 sembrava ormai definitivamente archiviato, un nuovo mistero sta scuotendo in queste ore la vita di uno dei protagonisti principali dello scandalo vaticano: monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, il sacerdote spagnolo cinquantaseienne condannato dalla giustizia vaticana, nel luglio 2016, insieme a Francesca Immacolata Chaouqui, per aver diffuso documenti riservati della Santa Sede ai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. Dopo un periodo di detenzione in Vaticano, il monsignore, nel dicembre 2016, alla vigilia di Natale, in pieno Giubileo della Misericordia, aveva ricevuto la grazia da Papa Francesco ed era rientrato in Spagna, nella sua diocesi d'appartenenza, scomparendo dalla scena. Fino a oggi.

Il monsignore, da quanto risulta al Giornale, ha infatti ricevuto, qualche giorno fa, sul suo numero di telefono cellulare italiano, tre messaggi da un mittente sconosciuto (un numero di tre cifre con prefisso internazionale del Sudafrica) con minacce di morte. Il primo sms, in lingua italiana, è stato recapitato venerdì sera con quell'inquietante testo. L'indomani, sabato, altri due messaggi, sempre dallo stesso mittente anonimo e sempre in italiano: «Tic tac tic tac» e «Pensavi di averla scampata».

Vallejo Balda si è recato in un posto di polizia di Madrid per la denuncia e ha indicato i testi precisi dei messaggi ricevuti, convinto che gli sms siano stati inviati, in realtà, dall'Italia, attraverso un sistema informatico che aggancia numeri stranieri. Nella denuncia alle autorità spagnole l'ex coordinatore della Cosea, la commissione pontificia che si occupava di mappare gli enti economici della Santa Sede, oltre ad aver raccontato del processo in Vaticano, ha indicato anche un nome ben preciso, quello di una sua vecchia conoscenza. Vellejo Balda, ha infatti fatto mettere a verbale dalla polizia spagnola che sospetta «di Francesca Immacolata Chaouqui perché il denunciante è stato avvisato che la suddetta ha pubblicato sul suo profilo Facebook la frase «In Spagna. Per l'ultima parte di questo cammino. Perché i calabresi difficilmente dimenticano anche quando fanno finta di farlo. La resa dei conti, prima di un nuovo inizio».

Il sospetto del monsignore sugli sms minatori ricadrebbe quindi sulla sua vecchia amica e pr calabrese Chaouqui, la quale, già durante il processo in Vaticano, si era lasciata andare ad affermazioni pubbliche molto forti nei confronti di monsignor Vallejo Balda, paragonandolo anche a un pazzo. Il rapporto di amicizia tra i due si era praticamente interrotto.

Durante il periodo di detenzione, il prelato spagnolo, peraltro, aveva confidato a più di un amico di avere paura, di voler restare il più possibile dentro le mura vaticane per il timore, una volta fuori dalla «protezione» della Santa Sede, di poter essere ucciso. Non è un mistero, infatti, che nei giorni delle udienza all'interno del tribunale della Città del Vaticano, nei confronti di Balda erano arrivate, anche pubblicamente, minacce più o meno velate.

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