Guerra in Ucraina

La minaccia di Mosca sul fronte lituano: "Liberare Kaliningrad. Useremo ogni mezzo"

Vilnius applica le sanzioni Ue e blocca le merci dirette all'enclave russa nel cuore dell'Europa. La replica: "Aggressione, così un altro conflitto"

La minaccia di Mosca sul fronte lituano: "Liberare Kaliningrad. Useremo ogni mezzo"

L'oblast di Kaliningrad (che un tempo si chiamava Könisberg ed era la città pacifica del pacifico di Immanuel Kant) è un'exclave russa incastrata tra la Polonia e la Lituania. La sua importanza militare, data la capacità di proiezione sul Mar Baltico, era evidente ben prima della crisi Ucraina. Era considerata da Mosca sia una zona tampone, sia un punto avanzato per tenere sotto pressione l'Europa. Putin aveva già trasformato Kaliningrad in una base missilistica, in grado di colpire con testate nucleari Berlino, Stoccolma, Helsinki, Varsavia, Copenaghen, Riga e Vilnius. Prima dell'invasione dell'Ucraina, la guarnigione è stata ulteriormente potenziata con aerei armati di missili ipersonici Kinzhal e sottomarini d'attacco. Ora con l'aggravarsi della crisi diplomatica tra Mosca e la Ue il ruolo di questa lingua di territorio con un milione di abitanti è diventato cruciale, portando la tensione alle stelle. Perché se il territorio è ampiamente militarizzato e può essere usato come strumento di minaccia è anche fatalmente isolato, incastrato com'è tra Stati che ora cercano di contrastare l'aggressività di Mosca. Il Cremlino se ne è reso drammaticamente conto sabato quando il governo lituano ha bandito il transito ferroviario sul proprio territorio a tutti quei beni soggetti alle sanzioni internazionali contro la Russia, beni che transitavano proprio verso Kaliningrad. Una misura che in maniera non dichiarata paralizza i rifornimenti di quella che è una piazzaforte nel cuore dell'Europa.

Era un po' che una mossa del genere era nell'aria. E la reazione del Cremlino è stata, almeno a parole, immediata e molto dura. «La Russia si riserva il diritto di agire in difesa dei propri interessi, nel caso in cui la Lituania non revocherà il blocco al transito delle merci tra Kaliningrad ed il resto della Federazione». È quanto si legge in una nota del ministero degli Esteri di Mosca, nella quale si dà conto della convocazione dell'incaricata d'affari lituana Virginia Umbrasene, alla quale è stata espressa «la forte protesta in connessione con un bando imposto da Vilnius senza una precedente notifica alla Russia sul transito ferroviario». «È stata chiesta l'immediata cancellazione di queste restrizioni», viene specificato nella nota, nella quale si avverte anche che «finché non riprenderà pienamente il transito commerciale tra la regione di Kalinigrad ed il resto del territorio russo, la Russia si riserva il diritto di agire in difesa degli interessi nazionali». Immediate anche le reazioni dei media russi, alcuni hanno anche invocato il casus belli. PerAndrej Klimov si è trattato di «un'aggressione diretta a cui rispondere con ogni mezzo».

Con più moderazione ma più prontezza strategica, domenica è intervenuto anche Konstantin Kosachev, attuale vicepresidente del Consiglio della Federazione russa, ma con alle spalle un lungo cursus honorum nella diplomazia. «Come stato membro dell'Ue, la Lituania sta violando una serie di atti internazionali legalmente vincolanti», ha scritto sul suo canale Telegram citando il divieto di interferenza tra le parti nelle rispettive reti di trasporti. Formalmente ha argomentato bene. Peccato che abbia omesso che la Lituania assiste da mesi all'aumento della minaccia da parte di Mosca. Mosca che non ha mai fatto mistero di non aver mai digerito l'indipendenza del piccolo Paese baltico. In questi mesi la televisione russa ha ospitato appelli continui alla creazione di un corridoio tra Kaliningrad e il resto del Paese. Tradotto si tratterebbe di una operazione militare speciale sulla Lituania spezzando in due il Paese. Solo che la Lituania fa parte della Nato e qualunque azione di questo tipo farebbe scattare le clausole di difesa del trattato.

Quindi al momento è difficile immaginare che la Russia possa reagire con una aggressione diretta. Anche per questo il ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis al vertice Ue ha ribadito la volontà del suo Paese di applicare le sanzioni e di avere agito dopo essersi consultato con Bruxelles. «La Russia vuole mostrare così il livello di pressione che può esercitare sull'Europa. Questo è il momento di dimostrare la nostra determinazione». E Landsbergis ha ribadito le scelte di Vilnius: «Se fornissimo all'Ucraina il 90 per cento degli aiuti militari che ci ha chiesto, e non il 10 per cento, la guerra sarebbe conclusa in fretta». E così Kaliningrad si appresta a subire l'ennesimo assedio della sua storia.

L'ultimo fu nel 1945 quando fu occupata dall'Armata rossa.

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