
Konstantin Abashkin, responsabile dell'azienda militare russa Zala Aero, riesce persino a fare della macabra ironia. «I nostri droni Lancet sono alimentati da un motore totalmente elettrico», rivela, sottolineando entusiasta la svolta green. Il colore prevalente tuttavia non è il verde, ma il rosso, quello del sangue versato ancora una volta da vittime innocenti. Ieri mattina il drone kamikaze di cui Abashkin va fiero ha centrato un minibus che trasportava civili in evacuazione a ridosso di Bilopillja, nella regione di Sumy, a 14 km dal confine col Kursk. Nell'impatto sono morte 9 persone (4 appartenevano alla stessa famiglia), e 7 risultano ferite (3 in condizioni critiche). Lo Zala Lancet, che rimane in aria fino a 12 ore, e che può coprire distanze di oltre 100 km, è dotato di un software con intelligenza artificiale che provvede a rilevare e a riconoscere le informazioni e gli oggetti in tempo reale. Dettaglio tutt'altro che irrilevante, perché Mosca potrà ripetere all'infinito che avevano messo nel mirino un parcheggio di mezzi militari di Kiev, o che il minibus è stato colpito dai detriti del velivolo dopo una deflagrazione cagionata dalla contraerea ucraina. In realtà le specifiche tecniche del Lancet non lasciano spazio a interpretazioni: l'obiettivo era il pulmino che trasportava civili. La Russia quindi continua a utilizzare un'inaudita potenza di fuoco per terrorizzare chi la guerra non la combatte, semmai la subisce, come la popolazione. Tant'è che il poderoso Zala Lancet in passato aveva liquidato una stazione radar di difesa tedesca, un Mig-29 e un aereo d'attacco ucraino Sukhoi Su-25 situato a 70 km dalla linea del fronte, non distante, ironia della sorte, dall'eccidio di sabato.
I droni sono stati i principali protagonisti di tutta la 1.179esima giornata di scontri. Quelli ucraini hanno colpito un deposito di munizioni utilizzato dalla 126esima Brigata di Difesa Costiera russa vicino a Perevalne, nella Crimea, causando un incendio e danneggiando un tratto dell'autostrada chiave E105 tra Simferopoli e Alushta. Altri due velivoli senza pilota di Kiev sono stati abbattuti su Kursk e Belgorod. I droni di Mosca, circa 70, la metà neutralizzati, sono caduti nelle zone aperte delle regioni di Odessa, Kharkiv, Dnipropetrovsk e Donetsk. E proprio in quest'ultimo oblast le truppe russe hanno catturato la località di Oleksandropil, altro tassello per costruire più teste di ponte possibili verso il Dnipropetrovsk, regione che fa gola a Putin, anche in un futuro tavolo negoziale. Feroci combattimenti, fonti parlano addirittura di un migliaio di morti, sono in corso a Toretsk e Pokrovsky, nel Donetsk.
Navi russe hanno condotto esercitazioni nel Mar Baltico, per «scovare sottomarini nemici in acque territoriali».Putin intanto ha destituito il comandante in capo delle forze di terra, Oleg Salyukov, sostituendolo con Andrey Mordvichev.
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