Roma Dopo il crollo del ponte di Genova, sono in corso verifiche su tutte le infrastrutture autostradali d'Italia: la conferma arriva dal sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti, Edoardo Rixi.
Demolirete il ponte Morandi? Chi lo ricostruirà?
«Stiamo aspettiamo il via libera della Procura. Solo allora si potrà parlare di progetti e valutare le proposte di chi si è fatto avanti».
Come si sta procedendo nei confronti di Autostrade?
«Sicuramente c'è un'inchiesta aperta e poi il tema delle concessioni sarà uno dei temi che il governo dovrà affrontare anche per capire come si è potuto verificare un disastro di questo tipo, ma soprattutto come un'azienda che ha un miliardo di utili all'anno, fatturando 3 miliardi, quindi il 30 per cento, non abbia ritenuto doveroso e opportuno intervenire su quel ponte prima che crollasse».
Controllerete anche gli altri ponti italiani?
«Abbiamo ordinato verifiche a tutti i concessionari autostradali per chiedere un primo check in modo che i primi di settembre si possa avere una mappa interattiva digitalizzata dell'Italia, così da acquisire i dati di ogni infrastruttura, per capire se sia da abbattere e ricostruire, da manutenere o necessiti di interventi importanti».
Alcuni saranno da abbattere?
«Al momento è prematuro dire quali siano da demolire, ci sono però criticità sia sulla parte autostradale che stradale. Chiaro che su quelle autostradali è da chiedersi come ci possano essere problemi di questo genere quando abbiamo dei concessionari che incassano un sacco di soldi dai pedaggi».
Al Sud la situazione infrastrutture è particolarmente critica. Avete un piano?
«Stiamo monitorando le criticità del Sud e di buona parte del Centro Italia. Basta vedere in che condizioni è l'autostrada dei Parchi. Un tema grosso sarà quale modello ci daremo nel futuro sulla gestione di questo tipo di opere. Oggi non si può pensare di non fare nuove infrastrutture nel Paese. E poi bisogna tornare a pensare alla rete ferroviaria per il traffico merci e per i pendolari, in modo da alleggerire le strade».
Tap e Tav, a che punto siamo?
«La Tap per noi è molto importante. Per la Tav c'è un problema con la Francia. Il governo francese chiede di posticipare di 5 anni i lavori. Dobbiamo capire se procedere o eventualmente riprogrammare quelle partite economiche, investendo su altre opere. La Tav va fatta, però bisogna anche evitare di perdere i soldi».
Che pensa dell'indagine a carico del ministro Salvini?
«Allucinante. In un Paese normale certe cose non succedono. Io credo che questa indagine a Matteo darà ancora più forza. La cosa che mi dà da pensare è che per una volta che un ministro fa quel che dice viene indagato. Ha fatto bene a resistere: ha dimostrato che l'Italia è in grado di risolvere le cose anche di fronte a un'Europa assente; e che non siamo più disposti ad accettare un'immigrazione incontrollata. In tutti gli Stati civili si entra col passaporto. Il problema dell'Africa va affrontato in Africa e ci stiamo lavorando».
Come lavora con il ministro Toninelli?
«Abbastanza bene.
Certo, alcune volte su alcune partite, come la Tav o il terzo valico, ci sono delle sensibilità diverse, ma credo che quello che conti sia la risoluzione dei problemi. Secondo me il nostro Paese oggi deve guardare al futuro perché non può vivere solo con infrastrutture fatte negli anni Settanta».
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