Stefania Craxi: "Con mio padre oggi l'Italia starebbe meglio"

La figlia di Bettino Craxi difende il padre e attacca la sinistra: "È guidata da un democristiano"

Stefania Craxi: "Con mio padre oggi l'Italia starebbe meglio"

"Je suis Craxi” è la scritta, volutamente polemica, che compare su una foto che la figlia Stefania ha postato sul suo profilo Facebook per ricordare i quindici anni dalla scomparsa del padre Bettino. Intervistata dal Messaggero, lei attacca la sinistra italiana per aver “perso l’ennesima occasione per fare i conti con Craxi” a differenza della “stragrande maggioranza dei cittadini italiani” che “è disposta a riconoscere i meriti di mio padre, perché fa un confronto fra un'Italia che cresceva prospera e la nazione miserrima di oggi, la sinistra non ne è capace”.

“Trovo vergognosa – continua Stefania Craxi - l’incapacità della sinistra, che si dichiara a mezza bocca socialista, di confrontarsi con la storia”, e che ha subito una "grande sconfitta storica" essendo guidata da “un giovane democristiano, che li ha portati proprio nel Partito socialista europeo, di cui uno dei fondatori è proprio mio padre”. Per quanto riguarda l’ex sottosegretario agli Esteri suo padre “non ha mai corrotto nessuno” e Tangentopoli, fatta eccezione per qualche ladro, riguardava perlopiù il “finanziamento illegale ai partiti a cui tutti partecipavano, non ruberie personali”.

“Era – aggiunge - una debolezza del sistema nata con l'avvento della Repubblica, durante la Guerra Fredda” e suo padre, con quel famoso discorso alla Camera, chiedeva solo “di dare una morte politica alla Prima Repubblica” perché “quel reato andava giudicato non dalla magistratura, ma alla luce della storia”. L’ex deputata definisce, poi, la scena delle monetine lanciate fuori dall’Hotel Raphael “una scena vergognosa e infame”, compiuta da italiani che “cercano sempre un capro espiatorio, ma subito dopo vogliono l'uomo della provvidenza che li tiri fuori dai guai, lavandosene le mani e non assumendosi le proprie responsabilità”.

Infine, sulla candidatura di Amato al Quirinale la figlia Stefania si chiede: “Com’è possibile che il vice di mio padre

diventi Capo dello Stato mentre lui, considerato dalla sinistra un delinquente, è morto in esilio?”. Alla fine si dice convinta che se suo padre oggi fosse alla guida del Paese “l’Italia non sarebbe in queste condizioni”.

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