Con quelle facce un po' così, quelle dei populisti, sovranisti e in fondo anti-Ue che ora governano l'Italia, non sarà per niente facile riagganciare il «gruppo di testa». Il duo Germania-Francia pedala in solitaria, tra qualche giorno ad Aquisgrana firmerà un nuovo trattato bilaterale di cooperazione e integrazione, quindi ecco che scende in campo il volto eurorassicurante di Sergio Mattarella nel tentativo di ridurre le distanze e rimuovere le ruggini che si sono depositate dopo la manovra, le scelte sull'immigrazione e qualche altra polemica. Roma è isolata e considerata poco affidabile: serve tutta la diplomazia del presidente per recuperare terreno.
Due giorni a Berlino, per la seconda volta da quando è al Quirinale. Una serie di appuntamenti, tra cui una mostra su Sandro Botticelli, che culmineranno con il faccia a faccia con Angela Merkel, una missione per certi versi «patriottica» e per altri impossibile. Si apre un anno difficile dal punto di vista economico, l'Italia, come ha detto Tria, è in stagnazione, i mercati sempre in agguato. Il capo dello Stato vuole aprire un ombrello di protezione sul Paese e tenere uniti i fili con i nostri principali alleati, offrendo una sponda di dialogo senza sconfessare troppo le azioni del governo. La «strada è in salita», dicono sul Colle, anche perché tra qualche mese si vota, la campagna elettorale è partita e Lega e Cinque stelle hanno già avviato la loro corsa per ribaltare gli equilibri politici dell'attuale Commissione e dare voce a una impostazione più eurocritica e sovranista. Per non parlare della Brexit, della guerra dei dazi con gli Usa e delle spinte centrifughe dei Paesi dell'Est.
In questo quadro piuttosto fosco, Mattarella insisterà sulla sua linea: ridare «impulso» all'Unione, evitare «paralisi» e «vuoti di potere e di iniziativa», confermare la collocazione dell'Italia nel gruppo di testa. Sono i principali obiettivi della visita ufficiale del capo dello Stato. Il primo incontro in serata, la cena con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, conferma gli ottimi rapporti tra i due principali Paesi manifatturieri della Ue. Centoventi miliardi di interscambio fanno di Berlino il nostro primo partner commerciale. Oggi i colloqui con frau Merkel e il presidente del parlamento federale Wolfgang Schauble riguarderanno pure aspetti politici e istituzionali. L'Italia non vede certo con favore il nuovo patto di ferro tra Berlino e Parigi e, a pochi giorni dal vertice di Aquisgrana, Mattarella spiegherà alla cancelliera che l'Europa deve rilanciarsi, non accontentarsi di «iniziative limitate».
Dunque, no all'asse Berlino-Parigi, che riducendo l'Europa all'idea francese di una costruzione a cerchi concentrici, rischia di portare davvero alla paralisi, tanto più che Merkel e Macron non hanno più la forza propulsiva di un paio di anni fa.
Nessuno può pensare di affrontare da solo «le sfide di oggi», questo il pensiero di Mattarella, però anche le istituzioni devono cambiare e riavvicinarsi ai cittadini, come era il progetto originario dei padri fondatori. Meno burocrazia e più ascolto, questo serve per evitare che tutto crolli come un castello di carte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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