Mobilità condivisa: la corsa (a ostacoli) che conquista 5 milioni di italiani

Auto, scooter, bici e ora pure monopattini Crescono gli utenti tra dubbi e vandalismi

Mobilità condivisa: la corsa (a ostacoli) che conquista 5 milioni di italiani

S iamo un popolo di scambisti. E dobbiamo diventarlo sempre di più.

D'accordo, stiamo citando quella start-up che a Roma, per pubblicizzare una nuova piattaforma di «car sharing» tra privati ha riempito la città di cartelloni ambigui: «Cercasi scambisti». Quindi gli spiritosoni non siamo certo noi.

Però è vero che la «sharing mobility» sta lentamente conquistando il nostro Paese, con la lentezza inevitabile in un Paese in cui il veicolo privato è vissuto quasi come un prolungamento a quattro ruote della propria abitazione. Ma ormai sono 5,2 milioni gli italiani iscritti ai vari servizi di condivisione (che comprendono le auto ma anche gli scooter, le biciclette e da qualche mese anche i monopattini), un milione secco in più rispetto al 2017. Gli spostamenti totali con mezzi di trasporto condivisi sono stati 33 milioni. In pratica ogni minuto sessanta veicoli «di tutti e di nessuno» circolano per le nostre città. Considerando però che nelle ore notturne questo traffico diminuisce fin quasi a scomparire, possiamo dire che di giorno ci sono 100 veicoli in condivisione in giro contemporaneamente.

I dati sono tratti dall'analisi industriale e sociale realizzata dalla Deloitte in occasione della terza conferenza nazionale sulla sharing mobility che si è tenuta ieri a Roma, che fotografa il fenomeno che negli ultimi anni ha rivoluzionato il modo di spostarsi degli Italiani e lo farà sempre di più in futuro, considerando che è un servizio che attira soprattutto un'utenza giovane.

Partiamo dalle automobili. Il car sharing ormai è diffuso in tutta Italia e raggiunge anche città medie del Sud Italia. Il cosiddetto «free floating» (che consente di prendere e lasciare una vettura ovunque nell'area coperta dal servizio) è concentrato soltanto in alcune grandi città (Car2Go è presente a Milano, Roma, Torino e Firenze, Enjoy nelle stesse città e a Bologna) vede crescere sia gli iscritti sia i noleggi del 26 per cento e ha Milano come città leader: da sola 6 milioni di noleggi nel 2018. Lo «station based» a stalli fissi è diffuso ovunque in Italia e nel 2018 è sbarcato anche a Napoli, Lecce, Messina, Reggio Calabre Sassari: nel 2018 ha visto crescere gli iscritti del 37 per cento e i noleggi del 24 per cento rispetto al 2017. Va segnalata l'elettrificazione della flotta, che è cresciuta fino a toccare esattamente un terzo (il 33 per cento) della flotta.

Il 2018 è stato l'anno del boom dello scooter sharing, che ha fatto registrare un +285 per cento di noleggi rispetto al 2017. Va detto che questo servizio, rispetto alle auto, è più nuovo e quindi soggetto a un'espansione più vorticosa ed è diffuso al momento soltanto a Milano, Roma e Torino.

Segna un po' il passo invece il bike sharing, che per la sua connotazione «turistica» è più volatile. Primo ad arrivare in Italia diversi anni fa, e quindi per certi versi più «maturo», è un servizio che soffre del fenomeno dei furti e del vandalismo sulle biciclette, che provoca un grande turn over tra le società di gestione. La flotta station based è stabile mentre quella free floating scende.

In totale dal 2017 al 2018 le bici in condivisione diminuiscono del 9 per cento, assestandosi a 36mila. Doloroso il fatto che a Roma - tra mille disavventure e tentativi - attualmente non esista un servizio effettivo di questo genere.

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