
Nel duello tra la Corte Penale Internazionale e Benjamin Netanyahu, il premier israeliano segna un punto a suo favore. Il procuratore della Cpi, Karim Khan, indagato per molestie sessuali dall'organo di controllo delle Nazioni Unite, si è autosospeso. Ad annunciarlo è stato il suo ufficio. Le accuse contro Khan sono emerse a novembre, quando sono state riportate notizie di comportamenti inappropriati da parte sua. Il procuratore ha espresso il desiderio di garantire la massima trasparenza, sottolineando la necessità di affrontare le imputazioni con serietà e responsabilità. Ha quindi deciso «di prendersi un congedo in attesa della conclusione del procedimento», si legge nella nota ufficiale.
Khan in passato ha respinto fermamente di aver tentato per più di un anno di costringere una collaboratrice a una relazione sessuale e di averla palpeggiata contro la sua volontà, circostanze emerse per la prima volta in un'inchiesta di Associated Press. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, invece, Khan, che ricopre il suo ruolo alla Cpi dal 2021, si sarebbe avvicinato all'assistente in una stanza d'albergo di New York nel dicembre 2023. Sull'incidente è stata aperta un'indagine per verificare le accuse di palpeggiamenti, molestie e rapporti sessuali non consensuali perpetrati da Khan.
In particolare, secondo la testimonianza dell'assistente, un'avvocatessa malese di 30 anni, Khan l'avrebbe costretta a rapporti sessuali contro la sua volontà durante le missioni a New York, in Colombia, in Congo, in Ciad e a Parigi, oltre che nella sua residenza all'Aia. Gli avvocati di Khan hanno dichiarato che tutte le denunce sono «categoricamente false». Il rapporto dell'Ufficio dei servizi di supervisione interna delle Nazioni Unite sulla presunta cattiva condotta di Khan è atteso nei prossimi mesi. La donna ha anche raccontato di avere subito pressioni da Khan affinché ritirasse tutto. Il procuratore da parte sua ha parlato di campagna di disinformazione contro di lui. Lo scandalo è scoppiato proprio quando Khan è finito nel mirino di Israele per le richieste di arresto, alla fine di novembre del 2024, di Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, oltre che dei tre massimi responsabili di Hamas all'epoca, tutti morti in raid dell'Idf.
Secondo fonti a conoscenza dei termini di riferimento dell'inchiesta, si sta anche esaminando la possibilità che Khan abbia commesso intimidazioni ai testimoni e ritorsioni contro membri del suo staff. Khan è stato eletto nel 2021 per ricoprire un mandato di nove anni come procuratore capo della corte permanente di ultima istanza, che persegue gli individui accusati di atrocità, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Nello specifico l'ufficio di Khan ha in corso indagini sui crimini di guerra nel conflitto tra Israele e Hamas, nella guerra della Russia in Ucraina e sulle torture ai danni dei migranti nelle carceri libiche. Khan è stato una figura di spicco nel campo del diritto internazionale.
Tuttavia, le recenti accuse pongono interrogativi sulla sua capacità di continuare a svolgere le sue funzioni, in un contesto già complesso per la Corte, che affronta sfide significative nell'ambito della giustizia internazionale.
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