Cronache

Morta per un'iniezione. Arrestata l'estetista: "Fuggì senza aiutare"

Morta per un'iniezione. Arrestata l'estetista: "Fuggì senza aiutare"

Arresti domiciliari per la presunta estetista, una 52enne di origine sudamericane, che praticò a domicilio un trattamento di chirurgia estetica ad una donna di 35 anni poi morta in ospedale il 21 aprile scorso.

La misura restrittiva, eseguita ieri dai carabinieri di Sassuolo, è stata disposta dal gip di Modena su richiesta della Procura emiliana. La donna è indagata per morte come conseguenza di altro delitto in relazione all'esercizio abusivo della professione sanitaria. La vittima, Samanta Migliore, 35 anni, era morta in ospedale dopo un trattamento estetico di ritocco al seno che le era stato praticato dall'indagata nell'abitazione dove viveva a Maranello, nel Modenese.

La presunta estetista 52enne trans di origine sud-americana - indagata anche per omissione di soccorso - si era poi costituita il 22 aprile scorso ai carabinieri di Cento, nel Ferrarese. L'autopsia eseguita da un consulente nominato dalla Procura, ha individuato la causa del decesso «in un meccanismo esiziale di tipo embolico attivato dalla iniezione al seno destro della donna di un fluido semioleoso, tipo silicone». Secondo il gip era ravvisabile il pericolo di recidiva da parte della indagata: ipotesi che ha preso corpo dopo le dichiarazioni di un'altra donna che alcuni anni fa si era rivolta alla 52enne per un trattamento estetico che poi le provocò gravi conseguenze.

Nel sangue della vittima, a seguito dell'autopsia, sono stati ritrovati 300 cc di silicone: una quantità «anomala» e con una qualità del prodotto «assolutamente scadente». La causa del decesso: «Un embolo determinato dall'iniezione nel seno destro della donna di un fluido semioleoso, tipo silicone», la spiegazione del perito nominato dalla procura che indaga sul caso.

Il provvedimento dei domiciliari è stato emesso in quanto si è ritenuto «sussistente il pericolo di recidiva da parte dell'indagata».

Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Sassuolo, di Maranello e dal reparto del Nucleo antisofisticazione dei carabinieri di Parma.

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