Le pantofole. Allineate vicino al gradino del quarto piano, sul pianerottolo adiacente al reparto di Medicina generale del Policlinico Gemelli di Roma. Il corpo. Riverso sul pavimento, giù al piano terra dopo aver compiuto un lungo volo di circa dieci metri. Sarà l'indagine della Procura di Roma a stabilire eventuali responsabilità nella morte dell'immunologo Fernando Aiuti, il pioniere della lotta all'Aids ma sopratutto il campione della sfida ai pregiudizi legati a quella malattia. Tra le ipotesi avanzate ci sono l'omicidio colposo e anche l'istigazione al suicidio. Ed è proprio l'ipotesi che Aiuti si sia tolto la vita a sembrare la più plausibile. Al momento della sua caduta non sarebbe stato presente nessuno e dunque non ci sarebbero testimoni in grado di offrire certezze su quello che è accaduto ieri mattina dopo che il professor Aiuti si è alzato dal letto di degenza ed è uscito dal reparto nel quale si trovava ricoverato dalla fine di dicembre. Il personale dell'ospedale si è accorto di quel corpo senza vita intorno alle 11 del mattino. Il comunicato dell'Ospedale è stringato. «Il noto immunologo Fernando Aiuti è morto questa mattina al Gemelli, dove era ricoverato per il trattamento di una grave cardiopatia ischemica. -scrivono dal Policlinico- La morte è sopravvenuta per le complicanze immediate di una caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza». Nessuna ipotesi ovviamente da parte dell'ospedale che parla di una caduta dalle scale ma non specifica se si sia trattato di un indicente o di un atto volontario. La ricostruzione di quanto è accaduto spetta alla Procura di Roma che attende anche gli esiti dell'autopsia, che verrà eseguita oggi sul corpo dello scienziato, e i risultati definitivi dei rilievi della Polizia Scientifica.
Perché Aiuti si trovava al Gemelli? L'ospedale chiarisce che l'immunologo era stato «ricoverato presso il reparto di Medicina generale del Policlinico Gemelli per il trattamento di una grave cardiopatia ischemica da cui era da tempo affetto e che lo aveva già costretto ad altri ricoveri e a trattamenti anche invasivi». I medici sottolineano pure le gravi condizioni del paziente: di recente «il quadro cardiologico si era aggravato evolvendo verso un franco scompenso cardiaco, in trattamento polifarmacologico». Aiuti era malato da tempo ma non era un paziente del Gemelli che lo aveva in cura soltanto dal giorno del ricovero. Il sopralluogo è stato svolto dal pm Laura Condemi, titolare dell'indagine avviata in Procura sulla morte dell'immunologo. Nessuna traccia ematica o di altro tipo è stata individuata sulla balaustra o sulle scale del reparto. Insomma ad un primo esame non appaiono tracce di una caduta per le scale.
Con l'autopsia che sarà eseguita dal professor Costantino Ciallella della Sapienza sarà possibile verificare l'eventuale assunzione di qualche farmaco o la natura di un possibile malore. Rammarico per la scomparsa di Aiuti viene espresso dal mondo della scienza e dalla politica. Il ministro della Salute, Giulia Grillo definisce Aiuti «il punto di riferimento mondiale per la lotta all'Aids».
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