No, forse non è suicidio. Giacomo Nicolai, lo studente di Fermo morto a Valencia durante il suo Erasmus non si è colpito tre volte al petto con un coltello. Questo, perlomeno, suggerisce la seconda autopsia, che ribalta l'analisi e il verdetto della prima. Qualcosa a questo punto non torna. Non corrisponde alle indagini della polizia spagnola e riapre i sospetti della famiglia, un padre che non voleva aggiungere dolore a dolore e una madre che non riesce a dare una risposta a quello che è successo.
Solo che i dubbi restano. Neppure la seconda autopsia, quella disposta dalla procura di Roma su richiesta dei genitori, chiarisce a pieno una storia con troppi punti interrogativi. Solo che la forza con cui sono state date le coltellate non fanno appunto pensare a un suicidio. Per uccidersi il giovane si sarebbe dato tre coltellate, di cui l'ultima decisiva al cuore. A non fare tornare i conti però è che i primi due colpi sono stati troppo profondi: la violenza usata sarebbe un'anomalia, poiché è difficile immaginare che qualcuno abbia la freddezza di farsi ripetutamente del male in modo cosi brutale, a meno che non si sia drogato in modo molto pesante. Il corpo di Giacomo è tornato a Fermo e oggi, alle 15, ci saranno finalmente i funerali. Ma per capire cosa davvero sia successo bisogna aspettare ancora.
La storia. Era il 9 marzo. Giacomo è con due amici. Prima dell'alba il ragazzo marchigiano decide di tornare a casa, gli altri due proseguono verso la spiaggia. In casa ci sono altri coinquilini, uno dei quali, intorno alle 7, sente un gemito dalla sua stanza, apre la porta, trova il ragazzo con un coltello nel petto e chiama la polizia.
Secondo gli inquirenti, il coltello da cucina è stato comprato da poco, lo dimostrerebbe la plastica ancora attaccata e con il prezzo, 1,95 euro. A Valencia non hanno dubbi. In Italia, sì. È come se la maledizione dell'Erasmus tornasse a farsi sentire. Un'altra morte e un giallo che appare dove c'era un drammatico suicidio.
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