Guerra in Ucraina

Mosca è in default (ma solo tra un mese). Mina da 480 miliardi e rischia pure l'Italia

Il 15 aprile l'ultima chance del Cremlino per evitare il baratro. Fed e Bce pronte a intervenire nel tentativo di contenere il contagio. Ecco chi ha in mano il debito russo, per Roma esposizione totale da 19 miliardi

Mosca è in default (ma solo tra un mese). Mina da 480 miliardi e rischia pure l'Italia

La Russia a un passo dal default lascia i mercati con il fiato sospeso. Alle ore 20 di ieri non risultavano ancora pagati gli interessi da 117 milioni di dollari su due bond. L'accredito potrebbe avvenire oggi e potremo sapere se il pagamento è arrivato e se è stato fatto in rubli come paventato da Mosca. Una mossa che per le agenzie di rating spinge il Paese dritto al fallimento dopo un periodo di grazia di 30 giorni.

CHE COSA È UN «DEFAULT»?

Lettera

lmente un default è una inadempienza e riguarda l'incapacità di un emittente, in questo caso un Paese, di ripagare il proprio debito (sovrano). Lo Stato diventa insolvente verso i propri creditori, come accaduto nel 1998 già in Russia in seguito a una maxi-crisi petrolifera (il default in quel caso fu solo sul debito domestico).

COSA COMPORTA IL PAGAMENTO IN RUBLI?

Il 5 marzo Putin h

a firmato un decreto «sull'ordine temporaneo di adempimento degli obblighi verso determinati creditori stranieri», che consente il rimborso dei debiti in valuta estera ai creditori degli Stati che hanno compiuto «azioni ostili» contro la Russia. La scelta di Mosca ha uno scopo preciso (è una sorta di ritorsione) perché ripagare in rubli vuol dire usare una divisa deprezzata. E danneggiare anche i bilanci degli operatori finanziari occidentali. Con il pagamento in rubli per Fitch il rating su entrambe le obbligazioni verrebbe abbassato a «D» dopo la scadenza del periodo di grazia mentre il rating in valuta estera a lungo termine della Russia sarebbe portato a Restricted Default: il pagellino di un fallimento sovrano.

CHE COSA HA PORTATO AL DEFAULT?

L'elemento scatenante è stato l'inasprimento delle sanzioni. Sebbene la Russia avesse abbastanza valuta estera per coprire i pagamenti, avendo 630 miliardi di dollari in riserve, il congelamento di queste riserve ha reso inaccessibile gran parte di tale importo. In conseguenza alle sanzioni è stata inoltre chiusa la Borsa, è crollato il rublo, si sono impennati i tassi di interesse e bloccati i capitali in uscita.

COME SI COMPONE IL DEBITO RUSSO?

Le emissioni di debito domiciliate nella Federazione Russa ammontano a 155 miliardi: la fetta più grossa (90 miliardi, il 60%) è erogata dal governo russo come debito sovrano. Un'altra parte è emessa dalle corporate (per quasi 35 miliardi, il 22%) e dalle agenzie governative (30 miliardi, circa il 20%). Secondo l'Institute of International Finance (IIF), le passività esterne della Russia denaro dovuto da parte del governo, delle imprese e delle famiglie sono 480 miliardi di dollari.

LE CONSEGUENZE PER LA RUSSIA

A rischio per la Russia ci sono 310 miliardi di dollari di debiti verso l'estero delle aziende, 75 miliardi di passivo delle banche e 67 miliardi di bond governativi. Una eventuale insolvenza del Paese coinvolgerebbe poi anche i grandi gruppi a partecipazione pubblica: Gazprom e Rosneft e una trentina di banche (come Raiffeisenbank, Mkb e Gazprombank).

LE CONSEGUENZE PER I PAESI PIÙ VICINI

Bce e Fed sono pronte a versare liquidità in tempi brevissimi, anche verso le banche centrali dei Paesi più vicini alla Russia in termini di scambi: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca. Ma un effetto boomerang è atteso.

LE CONSEGUENZE DIRETTE PER L'ITALIA E L'EUROPA?

Il debito russo è spesso inserito in prodotti finanziari collegati ai mercati emergenti (anche derivati). Risulta, in ogni caso, difficile prevederne l'impatto che parrebbe abbastanza limitato. Secondo la Banca dei regolamenti internazionali, le banche europee hanno crediti per oltre 84 miliardi di dollari, con Francia, Italia e Austria le più esposte; le banche Usa hanno debiti per 14,7 miliardi. In Italia sono a rischio 19 miliardi tra bond, prestiti bancari e investimenti.

QUALI LE PROSSIME FASI?

Il 15 aprile, dopo i 30 giorni di grazia, ci potrebbe essere l'effettivo default.

Ci sono poi altre due scadenze da onorare il 31 marzo e il 4 aprile, rispettivamente per 359 milioni e per 2 miliardi di dollari.

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