La mossa del Cavaliere: un candidato unico per tutto il centrodestra

Primo accordo tra il leader Fi e Ncd per inserire un nome di area Ppe nella terna su cui lavora il premier

La mossa del Cavaliere: un candidato unico per tutto il centrodestra

«Unire il centrodestra su un candidato di area Ppe». La tessitura della trama quirinalizia non si ferma neppure durante le feste. I contatti tra Silvio Berlusconi e i leader del centrodestra, di Ncd come della Lega, di Gal e Fratelli d'Italia, sono continuati telefonicamente anche a cavallo di Capodanno. Con un obiettivo preciso: muoversi compatti così da far pesare i voti dei propri «grandi elettori» e inserire almeno un nome di provenienza Ppe nell'ipotetica terna che Matteo Renzi definirà nelle prossime settimane (forse domenica il premier potrebbe convocare il suo cerchio magico per un primo ragionamento «quirinalizio»).

Un pre-accordo necessario a giocarsi la partita con qualche chance di successo, potendo contare su numeri pesanti quando si entrerà nel vivo delle trattative più delicate, quelle in corso d'opera e di votazioni. Una strategia su cui c'è già il via libera di Angelino Alfano, Maurizio Sacconi e Fabrizio Cicchitto e che consentirebbe al centrodestra di giocarsi fino in fondo la partita, senza limitarsi a fare da portatori d'acqua al premier (e a Ncd di non essere schiacciato dalla tenaglia del Patto del Nazareno).

Tempo per lavorare a un accordo che faccia fruttare gli almeno 250 «grandi elettori» di cui il centrodestra potrebbe disporre ce n'è. Presumendo che le dimissioni del Capo dello Stato arrivino tra il 14 e il 15 gennaio, si calcola un'intervallo di circa 12 giorni prima dell'inizio delle votazioni. Martedì 27 gennaio potrebbe esserci il primo tentativo. È presumibile che il Pd voglia «togliersi» le prime tre votazioni molto velocemente, in modo da abbassare il quorum, la soglia di voti necessaria a eleggere il successore di Giorgio Napolitano. Molto probabilmente le danze vere e proprio dovrebbero iniziare attorno al 7 febbraio, data in cui potrebbe anche arrivare la fumata bianca.

Da Forza Italia vengono indirizzati anche altri messaggi al premier in vista dell'elezione del Capo dello Stato. Il primo è firmato dal Mattinale , la nota politica del gruppo di Forza Italia alla Camera. «Prima il Quirinale e poi le riforme. Non si scappa. E diciamo no al tira e molla su un presunto prossimo incontro romano tra Renzi e Berlusconi. Dinanzi a scelte istituzionali gravissime è il momento di proporre metodi istituzionali. Che per il Quirinale si incontrino delegazioni composte da segretario-presidente con i capigruppo di Camera e Senato. Si fa così». Il secondo messaggio riguarda la necessità di ragionare anche sul ritorno all'agibilità politica di Berlusconi. Ai blocchi di partenza della corsa al Colle, Forza Italia si presenta chiedendo a più voci un presidente «garante della pacificazione».

«Il prossimo presidente accolga l'appello di Napolitano sulla necessità di una pacificazione nel nostro Paese non solo a parole» sostiene Ignazio Abrignani. «La prima occasione che avrà a disposizione è quella di porre fine alla vicenda incresciosa che ha coinvolto Berlusconi per colpa di una parte della magistratura politicizzata. Speriamo che il successore di Napolitano dimostri più coraggio e coerenza rispetto a quanto detto, ma mai realizzato, dal Presidente uscente».

La richiesta di «stabilizzare l'avviato processo di pacificazione, assicurando un confronto politico serio, non più inquinato da ingiusti e dannosi attacchi alla

principale forza di centrodestra e al suo leader» arriva anche da Vincenzo Gibiino. Un garante che per Gianfranco Rotondi potrà essere «solo e soltanto un politico» perché «nessun tecnico può essere simbolo dell'unità nazionale».

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