Rossana Mandela
C'era una volta Expo, a Milano. Era il 2015, ferveva il dibattito sul cibo nel mondo: quello che non c'è e si trasforma in fame che uccide e quello che viene buttato, perchè è troppo e può farci ammalare. Oggi qualcuno ha dato corpo a quel dibattuto. L'impresa Riso Scotti ha scelto di impegnarsi nelle terre che fanno del riso il loro alimento principale, terre che sono anche simbolo di sviluppo. La decisione risale proprio all'evento milanese.
In quell'occasione Scotti ha rappresentato il riso italiano nel Cluster del Riso e ha conosciuto Paesi molto diversi tra loro, con i quali scambiare tradizioni. «Si è capito che la cucina è capace di avvicinare i popoli e il riso è un modello di cibo universale» ha dichiarato l'azienda italiana prima di promuovere le esperienze di «viaggio partecipato». Come prima meta, nel 2015, è stata scelta l'Etiopia, dove la cultura del riso è radicata. Con l'aiuto dell'Ambasciata italiana ad Addis Abeba, Scotti ha trasferito dall'Italia 175mila porzioni di riso: le ha messe a disposizione del Ministero delle Politiche Agricole per affrontare le annate di siccità. Nel 2016 è stata la volta dell'India, capitale del riso basmati: la spedizione Scotti ha attraversato la regione del Ladakh, attraverso i passi di montagna himalayani. Un viaggio da Pavia al Kashmir con sosta nel piccolo villaggio di Choglamsar. Qui c'era bisogno di riso e di materiale scolastico per sostenere gli alunni della scuola Lingshed Area Development Foundation, fondata dal Lama Changchub.
La meta di quest'anno è la Via della Seta e del Riso, dove Riso Scotti è l'anima di un progetto sociale a favore dei più piccoli.
Il 15 giugno scorso è partita la nuova spedizione sulla famosa rotta di Marco Polo che unisce Oriente a Occidente su 4mila chilometri di tragitto. Saranno i manager dell'azienda, in sella alle loro moto Guzzi, a portare riso e sorrisi ai bambini dell'Est. Li attende una Transasiatica di 18 tappe, attraverso Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan e Cina. Sei Paesi, tre passi a più di 4mila metri di altezza e due deserti. Fra l'altopiano del Pamir e il «miraggio» di Samarcanda con un obbiettivo da raggiungere: portare istruzione e cibo a chi non se li può ancora permettere. In Uzbekistan molti orfanotrofi sopravvivono solo grazie alle donazioni.
Scotti quest'anno sostiene la Casa Accoglienza Mehribonlik di Samarcanda, riconosciuta dal Mistero dell'Istruzione uzbeko, che ha avviato un programma di rafforzamento familiare per oltre 150 bambini e ragazzi, scongiurandone i rischi di abbandono e sfruttamento. Chi volesse seguire passo passo l'impresa Scotti può collegarsi al sito risoscottifeedtheplanet.it o su instagram.com/riso scotti feedtheplanet