Prima le Ramblas e poi il lungomare di Barceloneta, «quelli di Parigi sembreranno dei dilettanti», si legge in un messaggio su WhatsApp dal telefonino di uno dei terroristi arrestati. Questa volta non si è trattato di un lupo solitario, di una belva feroce ma isolata come i macellai di Nizza, Berlino o Stoccolma. A Barcellona, come a Parigi e a Bruxelles, ad agire è stato un commando organizzato, composto da almeno 14 persone, quasi tutte originarie del Marocco, una di loro potrebbe addirittura aver raggiunto l'Italia. È la cellula «Montecarlo», dal nome dello stabile in cui il gruppo stava preparando l'attentato. Alcuni avevano un permesso regolare, altri sarebbero rifugiati delle enclave di Ceuta e Melilla. Cinque elementi sono stati eliminati a Cambrils giovedì notte, quattro sono finiti in manette (tre di nazionalità marocchina e uno spagnolo) e all'appello ne mancano almeno altri tre. La polizia catalana ha diffuso foto e nomi delle «primule rosse»: si tratta di Mohamed Hychami (24) e Younes Abouyaaqoub (22), residenti a Ripoll, nei pressi di Girona, e di Said Aallaa (18), residente a Ribes de Freser, due passi da Ripoll e altri due dal confine con la Francia. Ieri pomeriggio appariva anche la foto di Moussa Oukabir, 17 anni, anche lui di Ripoll. Sembrava che fosse il killer delle Ramblas e che fosse stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia nelle ore successive a Cambrils ma sarebbe ancora in fuga.
Tutto ruota attorno a un evento accaduto mercoledì scorso ad Alcanar, località di mare della Catalogna vicina a Tarragona e a 200 km a sud di Barcellona. Episodio in un primo tempo catalogato come semplice incidente. Nessuno sospettava che nell'Urbanización Montecarlo si trovasse il covo dei jihadisti, scoperto quasi per caso dopo che una violenta esplosione ha distrutto la casa, uccidendo due persone e ferendone altre sedici. Un evento accidentale provocato da una fuga di gas? Tutt'altro, visto che gli inquirenti hanno trovato venti bombole di gas propano, ma soprattutto tracce di Tatp, la famigerata «madre di Satana», l'esplosivo a base di perossido di acetone che è diventato il marchio degli attentati dell'Isis in Europa. La cellula catalana stava preparando il Tatp che sarebbe stato caricato su due van: quello utilizzato per la strage e l'altro, noleggiato, e trovato dalla polizia in un parcheggio di Vic. Il piano originario prevedeva un doppio assalto: il primo furgone avrebbe dovuto investire più pedoni possibili sulle Ramblas, fino a esplodere per creare un numero maggiore di vittime. L'altro mezzo (quello di Vic) invece sarebbe dovuto saltare in aria sul lungomare di Barceloneta, la celebre spiaggia cittadina. L'esplosione accidentale al Montecarlo ha mandato all'aria, per fortuna, il delirante assalto. La polizia aveva interrogato mercoledì notte in ospedale uno dei feriti nell'esplosione di Alcanar ed è così che al più giovane del gruppo, Moussa Oukabir, è stato chiesto di agire in solitaria e mettere in pratica il piano d'emergenza, seminando la morte tra le Ramblas. Secondo altre fonti sarebbero stati Aallaa e Abouyaaqoub a guidare il furgone. Poco dopo gli attentatori sarebbero fuggiti a bordo di un'Audi A3 verso Cambrils per compiere un identico tentativo sulla passeggiata che porta al club nautico. Il commando è riuscito a uccidere una donna e ferire altre sette persone prima di essere annientato da una pattuglia dei Mossos d'Esquadra. Sull'Audi non c'era Abouyaaqoub, che a bordo di un terzo van, un Renault Kangoo con targa spagnola 0861YG, avrebbe attraversato il confine con l'Italia da Bardonecchia.
Tra le persone in carcere figura invece Driss Oukabir, 27 anni, fratello maggiore di
Moussa, inizialmente indicato come l'autista delle Ramblas. Driss, come anticipato ieri dal Giornale, scriveva su Facebook in italiano ed era stato nel nostro Paese. Gli inquirenti confermano che nel 2014 era stato a Viterbo.