Né felpe né urla. E Maroni conquista il Meeting

Passa tra gli stand della fiera di Rimini e tra i militanti ciellini che però sembrano preferirgli il maxischermo che rilancia l'intervento di padre Ibrahim Alsabagh sui cristiani perseguitati. Per Roberto Maroni, presidente della Lombardia, la presenza al Meeting è già una vittoria e lui lo sa. I vertici di Cl hanno deciso di imbarcare il leghista in veste istituzionale e lasciare fuori le felpe un po' populiste di Matteo Salvini, entrato in polemica diretta con la Chiesa. Un destino che quest'anno è toccato anche a ciellini doc come Maurizio Lupi che ieri era al Meeting, ma solo come ospite.

Maroni è arrivato nel migliore dei modi. Annunciato da un'intervista al Giornale nella quale si è proposto di smentire il vescovo Nunzio Galantino con i fatti. E poi da una dichiarazione dove si schiera decisamente con il numero uno della Cei, il cardinal Bagnasco, e la sua idea di famiglia tradizionale. Ma tra il suo partito e il Meeting c'è un conto aperto. L'edizione di quest'anno è desalvinizzata. Maroni assicura che non c'è un significato politico nella sua partecipazione. «Assolutamente normale. Vado anche alla Festa dell'Unità», commenta poco prima del suo intervento. Che è non a caso su un tema antico. «Verso un nuovo Welfare: valutare il non profit per valorizzare il territorio». Il Meeting ha voluto omaggiare il Maroni ministro del Lavoro nel governo Berlusconi, quello che si fece promotore della sussidiarietà. Un messaggio, indiretto ma chiaro, per dire che ai cattolici piaceva il Carroccio prima versione.

In realtà, nel merito delle proposte, le posizioni del Meeting e quelle della Lega non sono tanto distanti. Nemmeno sul tema più caldo e critico che resta l'immigrazione. «Si vanno a prendere i clandestini al largo coste della Libia senza fermarli lì. Perché non facciamo che la cosa più giusta è fermarli lungo le coste libiche?». Quindi campi profughi direttamente nei Paesi degli imbarchi. E intervento dell'Onu, che in questi mesi sta latitando. Posizione identica a quella espressa da Tajani sempre a Rimini due giorni prima e anche da un pezzo da 90 del Meeting come Giorgio Vittadini.

I rapporti nel centrodestra tengono banco. Il governatore dice che vorrebbe fare le primarie, poi si dice preoccupato per i tagli ai bilanci delle Regioni che potrebbero arrivare con la legge di Stabilità.

Come esempio delle buone pratiche lombarde cita le lodi della Corte dei conti e lo studio di Confcommercio secondo il quale, se tutti seguissero l'esempio del Pirellone, lo Stato risparmierebbe 23 miliardi all'anno. Tesi argomentate e pacate. Come piacciono al popolo di Cl.

AnS

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