Cultura e Spettacoli

Naomi: "Io mamma a 51 anni". Ma è giallo sulla gravidanza

L'annuncio della top model lascia adito a dubbi: "Una bimba mi ha scelto, da oggi saremo legate per sempre"

Naomi: "Io mamma a 51 anni". Ma è giallo sulla gravidanza

La cosa paradossale è che ciò che manca in questa storia, è il corpo. Paradossale per lei che per tutta la sua vita, cinquantun'anni di vita, è stata soprattutto un corpo: il corpo. Paradossale perché non c'è nulla di più «carnale» che mettere al mondo un figlio. Invece qui non c'è niente. Non si respira nulla: fatica, sudore, grida, lacrime che rotolano, ormoni, pienezza, tagli e distacchi. Niente. Non c'è «struggenza». Naomi Campbell è diventata mamma. Dall'oggi al domani. Senza pancia, senza fidanzato, senza annunci, senza foto, senza un inizio di famiglia. Che poi non si sa mai se funzionerà, ma di solito è da lì che si comincia.

Solo ieri, con un post sul suo profilo Instagram, la top model dava il benvenuto alla piccola: i minuscoli piedi appoggiati sulle sue mani, il bordo di un abitino per nulla da nursery, un piccolo scorcio sul look della neomamma, niente affatto da clinica. Solo un braccialetto di carta al polso del cigno nero, tanto per tenere vivo il giallo. Non si intende esattamente questo con «mistero della nascita». Ma questa nascita è tutta un mistero. A partire dalla scelta delle parole: «Una piccola splendida benedizione mi ha scelto come madre, sono così privilegiata per avere questa anima gentile nella mia vita. Non ci sono parole per descrivere il legame eterno con te, mio angelo. Non c'è amore più grande». «Mi ha scelto come madre» «avere nella mia vita» Che sa di nuovo, di «da oggi», «da adesso». E non è esattamente la tempistica che si usa quando qualcuno ti cresce dentro per nove mesi. Ovviamente il problema non è da dove, o come, sia arrivata questa bambina. Ognuno fa ciò che può e ritiene, visto che la genetica non è che un tiro ai dadi e tutto il resto che dovrebbe esserci, oltre alla genetica, lo è ancora di più. E poi la si conosce Naomi, irrequieta, infelice, rabbiosa, spesso una persona malata imprigionata in un corpo sano. Però c'è qualcosa di così disinfettato, freddo e fermo in questo annuncio, qualcosa che odora così di scienza e profuma così poco di mamma, che ci ha lasciati male.

Nemmeno le parole di Valerie Campbell, la mamma di Naomi, la nonna della piccola, sono state in grado di riscaldare nulla, di riposizionare questo studiato miracolo. Si congratula con la figlia, felice che anche lei abbia provato la gioia della maternità. Non c'è nulla che arrivi da un cuore gonfio. Niente che si mischi al sangue e si muova con lui. Scienza e glamour. Ogni cosa a posto, come non lo è mai quando ci strappa le viscere, quando da uno si diventa improvvisamente due. C'è Naomi e non c'è il suo corpo. C'è una bimba tutta nuova e c'è «solo» il suo corpo. Manca l'amalgama e manca la carne, nell'accezione più alta del termine. Manca il mischiarsi e l'essersi create a vicenda, perché è questo che fa un figlio, tu lo fai nascere e lui mette al mondo te. Naomi sembra stata piena solo del suo segreto. Perché del vivere con qualcuno che ti abita non fa cenno e probabilmente non sa. Ma in effetti, i figli iniziano ad essere figli in un altro modo anche dopo. Quando diventano altro da noi. È un altro inizio ancora. E forse Naomi comincerà da lì, dal secondo inizio. Ce ne sono tanti, con i figli. Anche se è sempre dalla memoria della carne che si parte. Da quel cordone che tagliano e non recidono mai davvero. È quello che per tutta la vita ti avviserà di stare in ansia quando è il caso di starci, che ti farà capire se ha la febbre anche senza toccarlo, che ti farà sapere che ha freddo prima che lui capisca di aver freddo, che te lo farà dormire addosso senza essere schiacciata da alcun peso. Naomi ci arriverà lo stesso.

Se lascerà che il suo corpo, in questa vicenda, la raggiunga.

Commenti