Giorgio Napolitano ha un chiodo fisso: lo spread. Il grimaldello usato nel 2011 per costringere Silvio Berlusconi a dimettersi e lasciare Palazzo Chigi. Lo stesso grimaldello che ora vuole impugnare per salvare la poltrona di Matteo Renzi.
"I rischi di crisi finanziaria ci sono sempre e, in questa fase, possono anche accrescersi per conseguenza di eventi internazionali che conosciamo", ha detto "Re Giorgio" nel salotto di Porta a Porta durante un dibattito sul prossimo refendum costituzionale, "Non vorremmo vedere il famoso spread che cresce... Dobbiamo stare molto attenti, comunque vada il referendum".
Secondo l'ex Capo di Stato, quindi, stiamo assistendo a una "sfida largamente aberrante": "Non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali". E in più - sostiene - può avere un positivo impatto per la crescita economica dopo anni di crisi.
In ogni caso il presidente emerito crede che sia giusto modificare l'italicum: "È
608px;"> molto cambiato il contesto politico: ci sono tre raggruppamenti in gara", ha detto, spiegando che in questa situazione chi prendesse anche solo il 29% rispetto al concorrente "avrebbe una tale prevalenza che non va bene per nessun partito". "Da parte del Partito democratico è stato annunciato un cambiamento e io sono favorevole a questo cambiamento", ha aggiunto.
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