Coronavirus

Nasce la Divina Commedia in versione rap. I gironi dell'Inferno sono fermate della metro

L'iniziativa di un gruppo di studenti varesini in risposta al lockdown

Nasce la Divina Commedia in versione rap. I gironi dell'Inferno sono fermate della metro

Milano «Benvenute a voi anime dannate, vi diamo il benvenuto nel Divin Blog, un luogo cupo e terrificante»: così viene accolto il lettore-viaggiatore nei gironi del blog che riscrive la Divina Commedia in versi rap. Gli autori della rivisitazione del capolavoro dantesco in tempi di lockdown sono i 29 studenti di una terza classe dell'Itis di biotecnologie ambientali Ludovico Geymonat di Tradate, cittadina tra Milano e Varese. «Temprati dalle torture del biennio, noi siamo creature mostruose», avvertono i 23 ragazzi e le sei ragazze tra i 15 e i 16 anni, capitanati dalla prof di italiano Maddalena Grigoletto, che si firma «Lucifero». Attenti: «Questo è il nostro luogo, d'ora in poi siete sotto la nostra giurisdizione... ah e dimenticavo... lasciate ogni speranza o voi che entrate!»

Nel Divin Blog i gironi dell'Inferno contemporaneo sono fermate della metro e i peccatori sono ingabbiati in categorie inedite, nate dall'irreale isolamento da Coronavirus. Eccone alcune: Gli incoerenti, Gli imbruttiti e i giargiana, Gli internet dipendenti, I consumisti, I perditempo, I tossicodipendenti, I bamboccioni, I provocatori, Gli hikikomori (che scelgono di ritirarsi dalla vita sociale e di isolarsi totalmente). Ogni gruppo di peccatori ha una pena eterna da scontare e un rappresentante che racconta ai visitatori la propria storia. Dietro di lui si nasconde, ma non troppo, un personaggio reale. L'imbruttito si presenta: «Oh Hell io voglio fatturare/e gli altri muti stiano a guardare!/oh Hell a fatturare ci penso io/mentre tu perdi tempo a pregare Dio/oh Hell che brutte persone 'sti giargiana/che pena 'sti parassiti mangia-banana/oh Hell 'sto weekendino lo passo al mare/e tu te lo passi a nerdare». Qui penano gli spammer: «Bro, siamo nel girone degli spammer e di chi condivideva fake news. Intorno a The Dan si stendeva un mare di carta che sembrava non avere una fine. Come mai tutti questi fogli? Bro, non ci arrivi? È la punizione per i dannati di questa fermata: devono nuotare in mari di carta, con le orecchie straziate da queste urla insensate incessanti». Il dialogo è tra il protagonista, il giovane aspirante rapper The Dan, e il rapper guida che lo accompagna sempre più in basso, Virgin Leo. Il primo esordisce: «Oh Hell! E così mi sono ritrovato in mezzo alla strada/non so dove va, sto di m..., ma basta che vada/oh Hell! Basta che vada sempre avanti non indietro/corra come il pensiero come corre questa metro/oh Hell! Caduto così in basso, non l'avrei mai detto/ehi, che vuole quel cane, Io sono The Dan, rispetto!». Virgin Leo è il suo rapper preferito. Peccato che sia morto... «Non essere così drastico - puntualizza il cicerone -, sono solo diversamente vivo!». The Dan è «messo male» e si deve «ripigliare». Farà un viaggio sottoterra, conoscendo il male. Lo ha deciso «il boss».

«L'idea è nata per coinvolgere i ragazzi nonostante le lezioni a distanza - spiega la professoressa -. Il lockdown li ha sorpresi nell'età in cui dovrebbero sbocciare nella socialità. Abbiamo discusso di ciò che gli mancava: vedere gli amici, lo sport, incontrare persone per caso... Gli serviva uno spazio per comunicare e per mettersi in gioco. Inoltre, certo, c'è la finalità didattica. Abbiamo messo insieme gli spunti di base, poi ogni studente si è occupato di una fermata. La loro reazione? Si sono stupiti di essere riusciti a creare uno spazio di immaginazione comune, un mondo che sentono vicino. Di aver capito meglio Dante. E di aver scoperto quanto venga naturale scrivere un testo cui si è affezionati. Il viaggio si concluderà con una videolezione insieme al rapper professionista F.U.L.A.

Ci confronteremo sull'importanza della scrittura».

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