Coronavirus

"Natale spirituale" Pensate alla salute non alla fede

Ma non diteci di stare da soli per "spiritualità"

"Natale spirituale" Pensate alla salute non alla fede

Letterina a Giuseppe Conte. La laica separazione delle competenze, politica e religiosa, da tempo sconsiglia ai capi di governo di sovrapporre le prediche ai Dpcm. Bastano, e avanzano, i secondi. Caro presidente del Consiglio, ci dica pure a che distanza dobbiamo stare uno dall'altro (in pubblico, non in privato), ci dica quali negozi attaccare ai respiratori e quali sacrificare, poi però Lei si è allargato a dirci in quanti, e con quale rapporto parentale, possiamo fare il pranzo di Natale (un consiglio: agli italiani Lei può fare tutto, ma non toccare le feste, i santi e i cenoni...), e adesso si azzarda a dirci anche come passare il Natale?
Ieri, sostituendosi al Suo omologo che siede in Vaticano (cosa pericolosissima, peraltro), Lei ha proclamato che «Natale non è solo shopping, fare regali. Natale, a prescindere dalla fede religiosa, è senz'altro anche un momento di raccoglimento spirituale e farlo con tante persone non viene bene». Ora, a prescindere dal livello dei ricordi che ognuno di noi ha del catechismo, la parola «chiesa» - e il concetto si applica a tutte le fedi religiose - deriva dal latino «ecclesia», che - dalla parola greca che significa «assemblea» - indica la comunità di credenti. Esattamente il contrario del distanziamento e della solitudine. È il motivo - gentile Presidente - per il quale si celebra la Messa tutti insieme, e alla Mezzanotte di Natale, da un paio di Millenni, si fa fatica anche solo a entrare, stando in piedi, in fondo, in una chiesa... Se i credenti non fossero una comunità, anche fisica, il cristianesimo si sarebbe già estinto. Monaci e anacoreti devono essere un esempio, certo. Ma non garantiscono la sopravvivenza della specie. Comunque. Noi capiamo la catechesi dell'emergenza, Presidente. Capiamo la eccezionale pericolosità del virus, e sopratutto la spietata paura per la pericolosità del virus. E capiamo che, per Lei, il miglior regalo che si possa fare agli italiani è un nuovo provvedimento il più restrittivo possibile. Ma da quando Gesù - uno che era incapace di tenere a distanza i suoi seguaci - con la celebre sentenza su cosa dare a Cesare e cosa a Dio regolò i rapporti fra Stato e Chiesa, è il fedele, e non il cittadino, che decide come manifestare la propria spiritualità. Glielo conceda, La preghiamo, Presidente. Almeno questo. E poi, a memoria d'uomo e di letteratura, l'ultima persona che ha passato il Natale da solo, è il vecchio Scrooge... Che non ha preso alcun virus, è vero.

Ma - insomma - non è che passasse poi dei 25 dicembre così piacevoli.

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