La straordinaria brutalità dei bombardamenti russi di lunedì sulle città ucraine ha rilanciato l'urgenza del tema che più irrita i pacifisti a senso unico del nostro Paese: la fornitura di armi occidentali a Kiev. All'inizio della riunione di due giorni dei ministri della Difesa dei Paesi Nato a Bruxelles, il segretario generale Jens Stoltenberg ha chiarito che la priorità sarà l'invio di sistemi di difesa anti aerea, oltre che di difesa dai droni. Il ministro americano della Difesa Lloyd Austin ha spiegato che il suo Paese aumenterà la produzione di armamenti «per la nostra difesa e per aiutare l'Ucraina». Ma Washington sta anche cercando in giro per il mondo gli ultimi stock disponibili di vecchi armamenti sovietici, che i militari ucraini sono abituati a usare. Nelle stesse ore, Kiev annunciava l'avvenuta consegna dalla solitamente restia Germania del primo dei promessi quattro sistemi Iris-T, in grado di proteggere un'area di 20 chilometri per 40: quella, appunto di una grande città.
Contemporaneamente, altri quattro sistemi missilistici a lancio multiplo Himars quelli che tanta differenza hanno fatto nel conflitto a partire dalla scorsa estate erano arrivati dagli Stati Uniti, mentre il gelido Canada (oltre ad armi e munizioni) assicurava abbondanti forniture di abbigliamento militare invernale in vista dell'imminente stagione fredda. Nel suo piccolo, anche l'Italia conferma «la cessione all'Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari», il cui elenco è secretato. Un capitolo a parte è rappresentato dalla Francia: ieri sera il presidente Emmanuel Macron ha confermato, dopo aver telefonato al collega ucraino Volodymyr Zelensky e tenuto una riunione ristretta del Consiglio della Difesa di Parigi, il pieno sostegno francese a Kiev anche in materia di invio di armi: radar e missili anti aereo. «Forniamo anche informazioni ha detto il presidente ma di questo è meglio non parlare troppo». Il governo ucraino ha diffuso un video di sapore kitsch «per ringraziare la Francia»: una serie di immagini «in rosa» con tramonti parigini e ritratti di Brigitte Bardot e Sophie Marceau sulle note sexy di Je t'aime, moi non plus, per poi passare a quelle dei cannoni antimissile Caesar (18 già arrivati, ora altri 6) inviati da Macron. La scritta finale recita «Merci beaucoup France» e in inglese «Send us more»: mandatecene ancora.
Sembra che l'insistenza degli ucraini per farsi inviare quante più armi possibile stia irritando il più generoso fra i donatori occidentali. Secondo il Washington Post, che cita un funzionario della Casa Bianca, Joe Biden avrebbe «in privato» raccomandato a Zelensky di non lamentarsi pubblicamente degli insufficienti invii di armi americane. E non solo perché questi sono ingentissimi e senza precedenti, ma anche avrebbe fatto notare il presidente perché così facendo ottenere le necessarie autorizzazioni dal Congresso diventerebbe più complicato. Così, mentre la presidenza ucraina celebra la «storica decisione di chiudere il cielo dell'Ucraina» e fa sapere di essere in contatto diretto con il consigliere per la Sicurezza americano Jake Sullivan, Biden fa capire di aspettarsi meno lamentele e più gratitudine.
Cosa accade intanto sul fronte opposto? Il Cremlino smentisce voci di una nuova mobilitazione mentre, a conferma sia dell'allineamento di Lukashenko alle
pretese di Putin sia delle difficoltà militari di quest'ultimo sul terreno, fonti ucraine annunciano l'arrivo in Russia di 20 carri armati bielorussi. Un atto pericolosamente simbolico del possibile estendersi del conflitto.
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