Nave Ong sfida lo Stato: sceglie il porto di sbarco

Mediterranea rifiuta Genova e attracca a Trapani. E la Viking si lamenta: "Troppo lontana la Toscana"

Nave Ong sfida lo Stato: sceglie il porto di sbarco
00:00 00:00

Ong senza regole. Trincerandosi dietro al diritto marittimo e al salvataggio in mare, dettano legge e approdano dove vogliono. Come in passato, è accaduto ancora. Il porto sicuro assegnato dal Viminale alla nuova nave di Mediterranea Save Humans era Genova, ma, considerandolo lontano, la Ong ha deciso di attraccare a Trapani, più vicino a Pantelleria dove si trovava dopo aver soccorso nel Mediterraneo centrale, il 21 agosto, 10 migranti, tra cui 3 minori non accompagnati, abbandonati in mare da un gommone. Mediterranea non è nuova a questo genere di azioni, infatti già in passato aveva violato il blocco navale per dirigersi nel porto che riteneva più idoneo e non senza far polemica. E il copione si è ripetuto. "Il peggioramento delle condizioni psico-fisiche dei naufraghi non consente di affrontare ulteriori 3 giorni di navigazione fino a Genova ha detto la Ong lamentando l'assegnazione del porto -. Le persone devono sbarcare immediatamente per ricevere cure mediche e sostegno psicologico a terra". "È inumano e inaccettabile costringere queste 10 persone a un viaggio così lungo, esponendole a ulteriori sofferenze evitabili", ha rincarato la dose il capomissione Beppe Caccia, che figura tra i rinviati a giudizio dal tribunale di Ragusa per il caso "Mare Jonio", in cui deve rispondere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato dal trarne profitto insieme all'ex disobbediente Luca Casarini, al comandante Pietro Marrone, ad Alessandro Metz, e a 3 membri dell'equipaggio.

Altro che dittatura del governo, qui sembrerebbe l'opposto. L'impunità o le conseguenze blande registrate in passato dalle Ong che hanno violato la legge evidentemente invogliano a reiterare. Basti solo pensare al caso "Carola Rackete", quando, nonostante la violazione del blocco navale, la capitana fu benedetta dal gip di Agrigento, che intravide i reati, ma li considerò giustificati in quanto stava salvando vite, pur avendo messo a repentaglio quelle di 5 finanzieri a bordo della motovedetta che aveva speronato. Anche Caccia si trincera dietro all'obbedienza "fino in fondo al diritto marittimo, alla Costituzione italiana e alle leggi dell'umanità". Eppure, nell'aprile 2021, il collegio del Tribunale del Riesame di Ragusa, nel caso "Mare Jonio", sottolineò come "è erroneo ritenere che qualsiasi comportamento messo in atto da soccorritore purché finalizzato all'adempimento del dovere di soccorso in mare, divenga automaticamente impunibile in virtù dello stato di necessità o dell'adempimento di un dovere". Inoltre, diverse volte il Tar ha precisato come l'unico a poter decidere il porto di sbarco è il ministro dell'Interno per ragioni di sicurezza. La decisione di Mediterranea, dunque, suona, come una sfida al Viminale. La Ong si è detta "consapevole" di compiere "un'azione non consentita" e andrà incontro a possibili conseguenze che possono includere multe e il fermo amministrativo della nave, come sancito dal decreto Piantedosi 2023.

La rinverdita polemica sulla decisione del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, di spalmare gli sbarchi su tutto lo Stivale, coinvolge anche la Ocean Viking di Sos Mediterranée. A bordo vi sono 47 migranti, tra cui 9 minori non accompagnati, soccorsi in acque internazionali a Nord della Libia. La nave, come riferisce l'equipaggio, è stata bersaglio di un attacco della Guardia costiera libica. Raffiche di mitra contro scafo che aveva da poco caricato i naufraghi.

Per la nave è stato autorizzato lo sbarco a Marina di Carrara, "a 1.300 km dall'area del salvataggio e 3 giorni e mezzo di navigazione in più che terranno la nave lontana dal Mediterraneo", lamenta la Ong.

In queste ore, l'ennesima tragedia del mare. Un'imbarcazione con 60 migranti è stata soccorsa dalla nave Ong Nadir. A bordo pure 3 cadaveri e un uomo è caduto in mare e non si trova più. I migranti sono adesso a Lampedusa.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica