Continua la prova di forza delle Ong contro l'Italia e, soprattutto, contro le misure adottate dal ministro degli Interno Matteo Salvini per arginare gli sbarchi sulle coste italiane. A farne le spese è stata, questa volta, la Marina militare americana che ieri ha recuperato 41 immigrati nel Mar Mediterraneo. In attesa di ricevere istruzioni dall'Italia, è arrivato (puntuale) il ricatto della Sea Watch. "La nave americana Trenton ci ha chiesto di prenderli a bordo - ha spiegato la portavoce Ruben Neugebauer - e siamo pronti a farlo se l'Italia apre i suoi porti". A bordo della Uss Trenton c'erano anche dodici cadaveri recuperati martedì sera dopo il naufragio al largo delle coste libiche. E, per colpa della sfida lanciata dalla Ong, i militari della Us Navy si sono visti costretti ad abbandonare i corpi in mare dal momento che la nave su cui stavano viaggiando non aveva celle frigorifere per conservarli.
Per un giorno la Uss Trenton è rimasta in attesa di indicazioni dalle autorità italiane per sapere come comportarsi con i 41 immigrati e i dodici cadaveri recuperati martedì sera dopo un naufragio al largo delle coste libiche. La nuova strategia adottata dal Viminale parla chiaro: nei porti italiani possono sbarcare soltanto navi della Marina Militare italiana. Salvini ha deciso di chiudere qualsiasi porto a navi che battono bandiere internazionali. Tanto che, proprio nelle scorse ore, a Catania è arrivata la nave "Diciotti" della Guardia Costeria italiana con a bordo 937 immigrati soccorsi in diversi interventi nel Mediterraneo centrale. Nelle trattative con la Uss Trenton si è, però, la Sea Watch che, trovandosi vicino all'imbarcazione americana, ha dato disponibilità a un trasbordo ma solo dopo il permesso delle autorità italiane. "Mentre aspettiamo insieme alla nave della Marina statunitense una risposta dall'Italia sul permesso di portare 41 sopravvissuti in un luogo sicuro, i nostri pensieri sono con le 629 persone su Aquarius e le 12 vittime che oggi qui in mare hanno perso la vita", ha twittato martedì sera la portavoce italiana della Ong tedesca, Federica Mameli, che però ha vincolato il proprio intervento a patto che gli venisse contestualmente assegnato "un porto sicuro che non sia più lontano di 36 ore di navigazione".
L'equipaggio della Uss Trenton si è preso cura dei superstiti sin dall'inizio, ma è subito scoppiato l'emergenza sanitaria per i cadaveri presenti a bordo.
Non avendo celle frigorifere, come racconta Repubblica, la Marina Militare americana si è vista costretta abbandonare i dodici corpi in mare. "Questa - ha subito puntato il dito la Sea Watch - è una condanna schiacciante della politica dell'Unione Europea".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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