È "navigator" il nuovo nome del clientelismo

È "navigator" il nuovo nome del clientelismo

Ancor più degli Esteri, erano le Poste il ministero realmente ambito dai democristiani più pragmatici. E non per le Poste, ma per i postini. Migliaia di postini, migliaia di assunzioni, migliaia di voti. Un esercizio sistematico del clientelismo di Stato volutamente confuso con lo Stato sociale. Nel passaggio dalla Prima alla cosiddetta Seconda Repubblica, le cose peggiorano e la nobile figura del postino viene surclassata da quella del lavoratore socialmente utile (Lsu). I lavoratori socialmente utili furono ideati con spirito assistenzialista dal governo Ciampi per assorbire le decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione prossimi a perdere ogni tutela, e poi regolamentati dal governo Prodi. Doveva essere un impiego a termine, giusto il tempo di reinserirsi nel mercato del lavoro. È subito diventato un posto fisso poiché ogni anno, indipendentemente dal governo, nella legge di Bilancio ci scappa sempre una proroga. Nessuno vuole assumersi la responsabilità di mettere sulla strada migliaia di famiglie. E si capisce. Non si capisce invece perché nessuno abbia studiato un piano per inserirli nella pa secondo una logica di efficienza generale. C'è chi dice che siamo nella Terza Repubblica. Ebbene, nella Terza repubblica il simbolo dell'eterno clientelismo ha un nome da film americano: navigator. Si chiameranno così i 10mila prossimi assunti con l'ingrato compito di assistere chi cercherà lavoro secondo le contorte procedure del reddito di cittadinanza. Seimila li assumerà lo Stato, 4mila le regioni. Costo: 500 milioni. Prevedibile che i navigator faranno la fine dei Lsu. Secondo lo Svimez, la maggior parte delle risorse pubbliche stanziate per il reddito di cittadinanza andrà in Campania. Si presume perciò che in quella regione si dovranno assumere più vavigator che altrove. Guarda caso, la Campania è il collegio elettorale dell'estensore della legge: il ministro del Lavoro Giggino Di Maio. Un'operazione clientelare colossale, degna dei migliori democristiani.

Sappiamo che il reddito di cittadinanza non funzionerà perché intreccia due questioni diverse: il contrasto alla povertà e il lavoro. Ma a Di Maio non interessa. A lui interessano solo le clientele: al solito, voti pagati con denaro pubblico.

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