RomaImbarazzo, silenzi, dubbi, rabbia trattenuta a stento. Il Pd romano appare sempre più indeciso rispetto all' «affaire Marino». Le gaffe del sindaco di Roma sono ormai difficili da liquidare con una scrollata di spalle. Se martedì, dopo la conferenza stampa di Andrea Augello, via del Nazareno era stata tentata di chiedere le immediate dimissioni del primo cittadino e uscire dal tunnel, ieri un supplemento di riflessione ha portato il Pd a procedere a una brusca frenata. L'idea è quella di pretendere un rimpasto e commissariare il sindaco, tenendosi però alla larga da un ritorno alle urne che potrebbe avere esiti disastrosi.
L'accelerazione verso il voto potrebbe esserci in un unico caso: qualora ci fossero elezioni nazionali anticipate. Una eventualità che potrebbe consentire di sfruttare l'onda lunga renziana e stemperare l'assoluta impopolarità del primo cittadino. Ci sono naturalmente alcune variabili. Roberta Angelilli, coordinatore regionale Ncd, ieri ha annunciato che se entro 24 ore «il sindaco non chiarirà, scusandosi con inquirenti e cittadini, provvederemo a sporgere querela contro ignoti per simulazione di reato». Inoltre il vicesegretario del Pd romano, Luciano Nobili, ha ammesso che «la situazione è preoccupante.
Venerdì si riunirà la direzione per valutare e a fine mese ci sarà un bilancio sulla sua amministrazione». Sotto traccia è già iniziato un affolato toto-successione: si va da Marianna Madia a Paolo Gentiloni, da Lorenza Bonaccorsi a Nicola Zingaretti, fino a Dario Franceschini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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