Negli Usa 117mila morti. Le vittime del Covid più della Grande Guerra

Contagi in salita in Florida, Texas e Oklahoma. Qui Trump sabato sera terrà il suo comizio

Negli Usa 117mila morti. Le vittime del Covid più della Grande Guerra

Negli Stati Uniti il coronavirus ha fatto più vittime della prima guerra mondiale. Secondo i dati della Johns Hopkins University con gli 840 decessi delle ultime ventiquattr'ore il numero totale dei morti per il Covid-19 è arrivato a quota 117.033 (su un totale di 2.141.306 casi), mentre nel conflitto del 1914-1918 morirono 116.516 americani.

Si tratta di un nuovo drammatico record, dopo che lo scorso aprile il bilancio aveva già superato quello dei soldati Usa morti in Vietnam. In 21 stati americani i numeri sono in calo - a partire da quello di New York, dove continuano a scendere positivi, ricoveri e decessi - ma altri 21 stanno invece registrando aumenti giornalieri. I nuovi focolai sono fuori dalle grandi aree metropolitane, con numeri record in Florida, Oklahoma, Arizona e Texas, i primi stati che hanno riaperto dopo il lockdown. Nelle ultime ventiquattr'ore ci sono state infatti 2.783 infezioni in Florida, il numero maggiore in un solo giorno nel Sunshine State dall'inizio della pandemia, secondo il Dipartimento della Salute. Il governatore repubblicano Ron De Santis, tuttavia, ha già detto che non richiuderà: «Andremo avanti e continueremo a proteggere i più vulnerabili». In Texas invece ci sono stati 2.622 casi, con il numero di ricoveri che ha raggiunto un nuovo picco: 2.518 di martedì rispetto ai 2.326 del giorno prima. Il governatore Greg Abbott ha attribuito l'aumento dei contagi a un focolaio in una casa di cura e segnalazioni tardive. In Arizona, infine, i contagi sono stati 2.392.

Chris Murray, direttore dell'Institute for Health Metrics and Evaluation all'University of Washington, prevede che una «seconda ondata» inizierà alla fine di agosto, e gli Stati Uniti raggiungeranno oltre 201mila decessi entro il 1° ottobre. Il vice presidente Mike Pence, da parte sua, prova a tranquillizzare il paese, assicurando che negli Usa «non c'è una seconda ondata» di coronavirus, e i timori alimentati dai media sono «esagerati». In un editoriale sul Wall Street Journal il numero due di Donald Trump ha spiegato che l'America «sta vincendo la sua battaglia contro il nemico invisibile». Nonostante i tentativi della stampa di spaventare la popolazione, «l'approccio americano sta avendo successo - ha scritto - Abbiamo rallentato la diffusione del virus, ci siamo presi cura dei più deboli, abbiamo salvato vite e abbiamo gettato le fondamenta per affrontare qualsiasi sfida del futuro. Questo dovrebbe essere celebrato». Mentre il virologo Anthony Fauci, membro della task force per l'emergenza, ha detto in un'intervista a Npr che non parla con il presidente da due settimane. A suo parere, l'aumento dei contagi dipende dal comportamento dei singoli che non rispettano le linee guida.

Il tycoon, intanto, guarda al comizio di Tulsa di sabato, con cui riprenderà la campagna elettorale dopo la pausa forzata per la pandemia in un'arena da 20mila posti. Trump ha detto che quasi un milione di persone ha chiesto il biglietto per partecipare, e un giudice dell'Oklahoma ha respinto la domanda di bloccare il comizio per il timore che possa alimentare un focolaio.

A presentare l'istanza erano state due organizzazioni insieme ad alcuni residenti immunodepressi, che avevano chiesto di imporre le misure di distanziamento sociale e l'uso della mascherina o di vietare l'evento al Bok Center. La campagna di Trump, invece, ha domandato ai partecipanti di firmare una liberatoria contro eventuali cause a seguito di possibili contagi.

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