Roma Il commercio al dettaglio sta sempre peggio. E il suo cattivo stato di salute non è nemmeno imputabile all'andamento dell'economia in generale. E a nulla è valsa la «cura» di far lavorare (come è successo nell'ultimo mese) la metà dei dipendenti (oltre 13 milioni) una domenica al mese nel corso dell'ultimo anno.
Un'indagine Istat presentata nel corso di un'audizione di Montecitorio dove si sta esaminando la proposta di legge che vuole disciplinare in maniera più restrittiva l'apertura domenicale dei negoze, spiega che «tra il 2006 e il 2016 per le imprese commerciali che hanno meno di 10 addetti si stima un saldo demografico negativo di oltre 100mila unità». Nel complesso del settore del commercio al dettaglio, le imprese con meno di 10 addetti rappresentano circa il 40% del fatturato e il 60% degli addetti. L'incidenza dei lavoratori dipendenti che hanno lavorato almeno una domenica all'anno (i dati si riferiscono al 2016, ndr), è poi molto diversa per grande (76%, ovvero più di 450mila rapporti di lavoro) e piccola distribuzione (36,4% pari a circa 260mila rapporti). Concentrando l'attenzione sui 733.139 rapporti di lavoro attivi nel 2016 i cui lavoratori sono stati impiegati almeno in una delle domeniche dell'anno, quelli che hanno prestato lavoro almeno una domenica su due sono 282.475, pari al 38,5% di chi ha lavorato la domenica, e al 21% del complesso delle posizioni lavorative I rapporti «ad alta intensità di domeniche lavorate» (almeno una domenica su due), pari al 21% in media, al 26,2% nella grande distribuzione e al 16,6% nella piccola, raggiungono percentuali relativamente più alte fra i contratti di lavoro di tipo part-time (il 39,1% nella grande distribuzione e il 24,3% nella piccola) e più in generale nei rapporti di lavoro a tempo determinato (il 47,2% nella grande distribuzione e il 32,8% nella piccola). Il fenomeno interessa più i giovani (il 40,8% dei rapporti di lavoro svolti da lavoratori con età inferiore a 29 anni nella grande distribuzione e il 25,0% degli stessi nella piccola) e la componente femminile dell'occupazione (il 28,1% dei rapporti di lavoro facenti capo a donne nella grande distribuzione e il 18,9% degli stessi nella piccola). Resta però ancora tutto da verificare il rapporto di causa ed effetto tra il lavoro festivo e la concorrenza del commercio on line. Qui il segretario del Censis Giorgio De Rita si mostra cauto. In Italia, dice solo il 44% di chi utilizza internet fa acquisti on line contro la media europea del 70.
I sindacati, però, non demordono. E avanzano una richiesta precisa che sa di ultimatum: un massimo di 12 domeniche l'anno di apertura per esercizio, con regole regionali. Una posizione vicina a quella espressa solo qualche giorno fa da Luigi Di Maio che aveva parlato di 1/4 dei negozi aperti in turnazione la domenica per non penalizzare i clienti.
Di parere contrario il presidente del Codacons Carlo Rienzi, secondo il quale «vietare ai negozi di lavorare la domenica e nei festivi rappresenterà il colpo di grazia, con una nuova ondata di chiusure in tutto il Paese».
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