
«Nella stesura dei dossier abbiamo riscontrato casi di alterazioni dei profili», spiega l'avvocato Francesco Lucacci di Arezzo, dell'associazione Popolo dei consumatori. «Mettevano crocette false. Modificavano i titoli di studio, c'è chi si è ritrovato con proprietà inesistenti e soprattutto attestavano che certi clienti, alcuni dei quali molto anziani, conoscevano prodotti dei quali farebbe fatica a comprendere anche un economista esperto». È il caso di Iva, una signora di 81 anni residente in provincia di Arezzo, ex operaia, vedova e con la licenza elementare, che nel 2012 si è rivolta ad uno sportello di Banca Etruria, «agenzia 2», e a cui hanno fatto sottoscrivere un dossier titoli per un controvalore di oltre 110mila euro. «È inverosimile che certi soggetti si dichiarassero disposti a perdere il loro capitale.
Questo era un raggiro: promettevano interessi inesistenti, sicuri al 100%, per far ottenere utili alla banca», continua Lucacci. Ora c'è tempo solo fino al 23 febbraio. Dopo tre mesi, infatti, decade la possibilità di agire per truffa.