Cronache

Nel 2010 falciò 8 ciclisti, ieri un altro morto

L'uomo, 32 anni, marocchino, ha fatto un sorpasso vietato. Poi il dramma

Roma. Sorpassa un'auto, esce fuori strada, muore l'amico seduto al suo fianco. Sembra un incidente come tanti, quello accaduto lunedì scorso sulla statale 280 tra Marcellinara e Lamezia, quando una Toyota Corolla, al rientro in carreggiata dopo un sorpasso, sbanda e si schianta uccidendo sul colpo Fennane Noureddine, 31 anni, di origine marocchina. Invece per il guidatore, Chafik Elketani, 32 anni, da sempre in Italia con la famiglia, è l'ennesimo morto, il nono per l'esattezza, sulla sua coscienza. E di quanti gli hanno ridato auto e patente.

Non sono bastati i 5 anni di carcere per omicidio colposo plurimo aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti, cannabis, per il 32enne. Recidivo fino al midollo: il 5 dicembre di undici anni fa l'uomo, al quale era stata sequestrata e sospesa la patente di guida 7 mesi prima per un sorpasso azzardato, al volante di una Mercedes e con il nipote di 8 anni a bordo, tenta un'altra manovra azzardata sulla statale 18 Tirrena inferiore, in località Marinella a Sant'Eufemia. Riga continua, l'allora 21enne, dopo una serata a base di spinelli, decide di effettuare un altro, maledetto, sorpasso in curva. Le ruote slittano sull'asfalto bagnato dalla pioggia e l'auto piomba sulla corsia opposta zeppa di ciclisti. Sono un gruppo di amici del quartiere Sambiase di Lamezia accomunati dalla passione per le due ruote, iscritti alla palestra Atlas. Non hanno il tempo di rendersi conto di quella macchina che arriva a bomba. Pasquale De Luca, Francesco e Domenico Strangis, Domenico Palazzo, Giovanni Cannizzaro, Fortunato Bernardi, Rosario Perri e Vinicio Poppin, tra i 35 e i 55 anni, restano sull'asfalto.

«Uno scenario impressionante, indescrivibile» dice Silvio Rocca, fra i primi soccorritori accorsi sul posto. Si salvano per miracolo Gennaro Perri e Fabio Davoli. Salvatore Mancuso, tornato a casa prima, ringrazia la pioggia per essere scampato alla strage. «Sono fortunato - racconta - Ero uscito con il gruppo, dovevamo andare ad Amantea ma quando siamo arrivati a Campora San Giovanni ha iniziato a piovere e io e altri tre siamo tornati indietro». Una delle vittime è Fortunato Bernardi, titolare della palestra e zio del calciatore dell'Inter Felice Natalino. L'omicida si dispera quando il pm Domenico Galletta firma l'ordinanza di custodia in carcere, urla che era lui che doveva morire. I funerali sono seguiti da migliaia di cittadini addolorati e indignati.

Elketani viene condannato a otto anni, un anno per ogni vita, e famiglia, distrutta. Esce nel 2015, tre anni prima del fine pena. Lavora con il padre e i suoi fratelli a Gizzeria, sembra pentito. Alla notizia dell'incidente sulla statale 280 Gennaro Ferri, fratello di una delle otto vittime, intervistato da Il Quotidiano del Sud, si sfoga: «Com'è possibile che questo ragazzo avesse ancora la patente? Non ce l'ho con quel giovane, ma con il giudice che lo ha condannato e che gli ha consentito di riprendere la patente. La legge è da rivedere, altrimenti uno si alza la mattina e fa quello che vuole, tanto non viene punito severamente».

Intanto la Procura di Catanzaro ha aperto un nuovo fascicolo nei confronti di Elketani, questa volta per omicidio stradale.

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