Nel crac delle 4 banche governo umiliato dalla Ue

Bruxelles ci ha imposto il decreto e ora si oppone al fondo per i piccoli soci Ma è l'esecutivo Renzi che non sa la Costituzione e in Europa non pesa nulla

Nel crac delle 4 banche governo umiliato dalla Ue

La Commissione Europea ritiene contrario alle regole europee il «Fondo a favore degli obbligazionisti subordinati e dei piccoli azionisti» delle 4 banche oggetto del decreto «Salva banche», proposto in un emendamento del Pd, frutto della cattiva coscienza del governo. Il quale, però, continua a ignorare che, essendo il nostro, uno Stato sovrano, le leggi europee non sono automaticamente valide in Italia. Hanno rilevanza solo in quanto non contrastino con la nostra Costituzione. Essa pur non essendo la più bella del mondo, è chiara per la tutela dei piccoli risparmiatori. Sarà stata, per i comunisti, una scelta opportunistica, ma essi hanno accettato l'articolo 47 della Costituzione le cui norme rendono incostituzionale la regola europea per cui i risparmiatori, persone fisiche e famiglie, d'ora in poi, perdono il diritto alla tutela dei risparmi, mediante norme retroattive che incidono su investimenti fatti prima di tale regola europea. L'articolo 47 stabilisce, al primo comma che «La Repubblica tutela e incoraggia il risparmio in tutte le sue forme, disciplina e coordina l'esercizio del credito». Dunque le regole sul credito in Italia non possono incidere a piacere sul risparmio, né se d'origine italiana, ne se d'origine europea, perché l'Italia non è (ancora) una Repubblica vassalla di altri Stati. L'articolo 47, al secondo comma, stabilisce che la Repubblica «favorisce l'accesso al risparmio popolare, alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice, a al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese». I comunisti, pur di far passare una norma che consente la partecipazione dei lavoratori agli utili, hanno accettato il resto di questo comma, che favorisce il piccolo risparmio e la proprietà. Aggiungo che gli articoli 23 e 53 della Costituzione, voluti da Luigi Einaudi e da Ezio Vanoni impediscono l'esproprio retroattivo di diritti patrimoniali, quando manchi la capacità attuale di farvi fronte. Dunque, le nuove norme europee sul credito vanno adattate alla Costituzione italiana. Ciò anche a tutela del sistema bancario. La legge «Salva banche», espropriando i risparmiatori retroattivamente, mentre tutela i lavoratori delle banche e chi ha ricevuto prestiti, rischia di danneggiare sia le banche salvate, sia le altre. Ciò perché, come scriveva Einaudi, il risparmiatore ha il cuore di pecora e le gambe di gazzella e scappa al primo pericolo.Le obbligazioni subordinate emesse da una banca e cedute ai clienti sono viziate da un sospetto di abuso di fiducia che comporta il diritto a un indennizzo; peggio ancora quando azioni e obbligazioni sono state utilizzate come garanzia dei prestiti. L'esproprio del diritto a inserirsi in una procedura di fallimento determina una perdita. Le obbligazioni subordinate, d'ora in poi, non vanno vendute ai risparmiatori personali, ma solo agli investitori istituzionali. Ma c'è il problema del passato. Mi domando se è possibile utilizzare il fondo di garanzia di tutte le banche per un obbiettivo che danneggia l'immagine del sistema bancario stesso, dato che provoca un danno ingiusto ai piccoli risparmiatori, che si sentono traditi. Quando serviva, si son tutelati i risparmiatori tedeschi, olandesi, inglesi, mentre ai nostri risparmiatori si dice: «Non potevate non sapere».

Il Pd, che per difendere il suo operato continua a trincerarsi dietro le regole europee, cosa fa per difendere la Costituzione quando tutela il diritto di proprietà da leggi retroattive? Ci si lamenta che, in Francia, vincano le Le Pen. Ma a Bruxelles non han capito che l'impostazione europea sulle banche dà ragione anche al lepenismo.

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