Al Sud la vita costa meno, il sole è una delizia da aprile a novembre e si mangia che è una poesia. Ma nella classifica delle città in cui si vive meglio vince a mani basse il profondo Nord: quello dove per una pizza (gourmet) fuori spendi tra i 40 e i 50 euro, dove resti imbottigliato nel traffico delle tangenziali e dove devi tenere il riscaldamento acceso per la maggior parte dei mesi dell'anno.
Benvenuti nel Paese delle contraddizioni, dove nulla è come sembra, anche quando si cerca di soppesare luci e ombre in una classifica. Nella 36esima edizione dell'indagine del Sole24Ore sulla qualità della vita nelle città italiane, in testa c'è Trento, seguita da Bolzano e Udine. Nella top ten trionfa il Nord. Risalgono le grandi città metropolitane, con Bologna al quarto posto (+5 posizioni sul 2024) e Milano all'ottavo (+4 posizioni). Firenze stabile al 36esimo posto. Roma sale di 13 gradini rispetto all'edizione 2024 arrivando 46esima. Il Sud e le Isole rimangono indietro: Cagliari al 39esimo posto è la prima provincia meridionale (magra consolazione) e Reggio Calabria è l'ultima classificata.
L'indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: consumi, lavoro, servizi, demografia, salute e tempo libero. Come mai si vive meglio (e di più) al Nord? Una risposta su tutte: curarsi è più facile. Sembra un luogo comune alla Checco Zalone ma a confermarlo sono i dati delle liste d'attesa, per gli elettrocardiogrammi, per le mammografie. E poi pesa l'aspetto lavoro: sarà pure altalenante e con stipendi inadeguati al costo delle vita. Ma al Nord c'è.
Insomma, ancora una volta ci si trova a parlare dell'Italia divisa in due, delle due velocità, del Nord che traina e del Sud che rallenta. Ma come ricucire la spaccatura? "In una logica non più rinviabile di una grande riforma degli enti locali, bisogna immaginare una diversa governance, un diverso rapporto Comuni, Città metropolitane e Regioni. Oggi ci troviamo di fonte a dinamiche che richiedono riforme profonde" sintetizza il sindaco di Napoli e presidente nazionale Anci, Gaetano Manfredi. "Le città metropolitane sempre di più rappresentano il luogo in cui si concentrano grandi opportunità e grandi problemi: c'è la maggiore crescita, c'è il tasso scolastico più alto, il maggiore tasso di innovazione e in parallelo più criminalità, disagio e povertà". Da qui la necessità di dotare i sindaci di poteri per affrontare le mille contraddizioni dei grandi centri, tanto attrattivi quanto difficili. A far precipitare i punteggi delle città del Sud sono due voci in particolare: il livello di occupazione e i servizi. E poi le infrastrutture e i collegamenti. "Sappiamo bene - precisa Manfredi - che nel nostro territorio ci sono ancora sacche di povertà, di disoccupazione, difficoltà molto importante da parte delle donne nell'accesso al lavoro".
Dall'alto del podio, festeggia il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti: "Questi risultati sono frutto di un lungo percorso di scelte perché ai cittadini sia garantito l'accesso non solo a servizi pubblici adeguati, ma anche di alta qualità". E poi c'è Roma, crocicchio per eccellenza delle luci e delle ombre italiane: mai come nella capitale il reddito sale o scende a seconda delle zone, la qualità di vita anche.