Gioia e disperazione. Da una parte si brinda, dall'altra si piange. Ieri mattina, dopo un intervento durato 36 ore, i tecnici del soccorso alpino e speleologico nazionale hanno salvato Gianluca Ghiglia, lo speleologo che si era infortunato all'interno della Grotta della Mottera, in Alta Val Corsaglia, nel Cuneese.
Nei boschi di Serle, in provincia di Brescia, invece, proseguono incessanti le ricerche di Iuschra, la dodicenne di origini pachistane, affetta da autismo, scomparsa giovedì scorso mentre era in gita nell'altopiano di Cariadeghe assieme a un gruppo di disabili e ai loro educatori. Ieri è stato il quinto giorno di ricerche, che si sono concluse senza alcun risultato. Dai paesi limitrofi non è giunta alcuna segnalazione e i vigili del fuoco sono tornati a lanciare appelli, invitando chiunque dovesse incontrare la ragazzina a chiamare subito il 112.
Gli uomini della protezione civile, i vigili del fuoco, il soccorso alpino, i volontari della Protezione civile, i nuclei cinofili e una sessantina di speleologi stanno battendo, metro dopo metro, l'intero territorio. «Sono in corso le ricerche di una persona viva. Non abbiamo ragione di pensare diversamente - ha sottolineato la Prefettura di Brescia -. Abbiamo rimodulato le modalità di ricerche con 265 uomini in campo e implementato le squadre sul territorio che oggi sono 31 rispetto alle venti dei giorni scorsi». Un nuovo punto della situazione si farà oggi. Il padre della dodicenne, Liton e la moglie Khanam non si danno pace e continuano a ripetere il nome della figlia e a chiedere di non interrompere le ricerche.
«I nostri timori - ha spiegato il numero uno della Prefettura - derivano dalla conformazione morfologica del territorio in questione, che è molto carsico, e la paura è che la ragazzina possa essere caduta in uno dei tanti anfratti del territorio di Serle». La piccola, poi, potrebbe aver paura degli stessi soccorritori e nascondersi, invece di ascoltare i richiami. Questo non facilita la situazione.
Gianluca Ghiglia, invece, che si era fatto male nel Cuneese, è salvo grazie al lavoro incessante degli operatori, che si sono dati il cambio per 36 ore. Alle operazioni hanno partecipato complessivamente oltre 100 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico di cui 80 speleologi delle delegazioni di Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana, 20 alpini della Delegazione Mondovì e il personale del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.
Ieri mattina hanno riportato la barella con lo speleologo ferito fuori dalla grotta e hanno dovuto allestire un'ultima calata con le corde per superare un salto di roccia di 80 m verso una radura adatta al recupero con verricello da parte dell'eliambulanza. Ma l'uomo, ora, è al sicuro.
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