Roma Una legge nazionale per l'obbligo di vaccinazione a scuola. Prosegue lo scontro sulla prevenzione vaccinale che ora vede un braccio di ferro tra i sostenitori della necessità di imporla per frequentare la scuola dell'obbligo. In prima fila il Pd che annuncia di voler proporre una legge in questo senso e chi invece la ritiene una inaccettabile coercizione e una lesione del diritto allo studio.
Nonostante le feroci polemiche ieri nella sala stampa della Camera come annunciato si è tenuta la conferenza stampa antivax organizzata da Adriano Zaccagnini l'ex grillino che ora milita in Mdp il gruppo di Massimo D'Alema e Pier Luigi Bersani. Mdp ha preso le distanze dalla scelta di Zaccagnini per bocca del suo capogruppo Francesco Laforgia e pure la presidente della Camera, Laura Boldrini ha criticato la disinformazione e le fake news sul tema. Nessuno però è stato in grado di impedire che in una sede istituzionale si svolgesse una convegno dove gli esperti erano soltanto medici antivax. Visto il calo della copertura vaccinale e l'aumento di casi di malattie che sembravano scomparse come il morbillo è stata avanzata anche dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, l'ipotesi di rendere obbligatori i vaccini per la frequenza scolastica. Un obbligo che però può essere imposto soltanto per legge ed è per questo che il Pd è al lavoro in questo senso come spiega il responsabile Sanità, Federico Gelli.
«Siamo al lavoro su una legge nazionale che renda obbligatorie le vaccinazioni per le iscrizioni a scuola - annuncia Gelli - Verranno previste anche penalizzazioni che potranno arrivare fino alla radiazione, per tutti quei medici che arrivano addirittura a sconsigliarne l'utilizzo. Occorre frenare le manie di protagonismo di persone che arrivano ad utilizzare un luogo istituzionale come la Camera per promuovere messaggi su presunte altre verità riguardanti i vaccini. Un fatto di una gravità inaudita».
Sulla questione interviene anche Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. «Il problema nasce quando si vuole mettere in dubbio l'evidenza scientifica dei vaccini che in generale sono tra i farmaci più controllati in assoluto - assicura l'esperto - Instillare dubbi tra la popolazione può essere molto pericoloso».
Ieri Zaccagnini durante la conferenza ha evidenziato che «un bambino non vaccinato non è un bambino malato» e Rezza replica puntualizzando che «infatti i vaccini si danno ai bambini sani per non farli ammalare». Ma l'ex grillino non si arrende e chiede al suo gruppo di sostenerlo chiamando in causa pure Enrico Rossi, il governatore della Toscana che come Zaccagnini milita in Mdp ma ha posizione opposte sui vaccini. È stato proprio Rossi infatti ad introdurre l'obbligo delle vaccinazioni per la frequenza agli asili nido e alle scuole materne.
Un obbligo che secondo Zaccagnini «costituisce una lesione dei diritti garantiti» e presenta profili di incostituzionalità ma che per Rezza è «una scelta strategica che rappresenta una forma di tutela dei confronti di terzi, cioè di quei soggetti più deboli che non si possono vaccinare».
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