Scommessa persa. Almeno per il mondo del calcio che proverà a modificare il decreto con il divieto di pubblicità per le società di giochi e betting prima dell'approvazione definitiva in aula. Dovrebbero essere salvi per un anno i contratti già firmati, poi si vedrà. Intanto il presidente della Lega di serie A Gaetano Miccichè si è detto «preoccupato per la tenuta occupazionale e lo sviluppo del nostro football e del suo indotto e per il rischio che si incrementi il ricorso al gioco d'azzardo clandestino. L'industria del calcio è tra le prime dieci in Italia e occupa, direttamente e indirettamente, circa 130.000 persone». Ecco che Miccichè sottolinea che «per tutelare questo settore è necessario individuare soluzioni che possano coniugare gli interessi delle varie parti in gioco». Da qui l'invito per i soggetti interessati di creare «un tavolo di confronto e di lavoro indirizzato all'individuazione di soluzioni concrete per il contrasto alla dipendenza da gioco e preservino l'occupazione e l'indotto del settore».
In Serie A ben undici club su venti hanno un accordo con una società di betting ma a preoccupare è soprattutto il tema legato alla valorizzazione dei diritti tv: senza poter raccogliere il contributo delle società di scommesse, il valore del prodotto pallone diminuirebbe. Sono circa 200 i milioni investiti dal settore giochi in un anno, secondo una stima di Agipronews su dati degli operatori dell'industria. Circa il 70 per cento si indirizza verso il mondo dello sport, sia in forma di pubblicità che di sponsorizzazioni.
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio, intanto, in un tweet ha registrato l'intervento favorevole sul decreto da parte del presidente dell'Assocalciatori Damiano Tommasi. «Prima del business c'è la tutela delle persone e dei giovani, soprattutto a fronte di eventi come quelli sportivi che sono emotivamente molto coinvolgenti - così Tommasi in un'intervista alla rivista Vita -. L'ho sempre detto, anche ai tempi della sponsorizzazione della Nazionale con Intralot (contratto che si è esaurito nel 2018, ndr): credo, alla stregua della pubblicità sul fumo, che il tema dell'azzardo debba essere disincentivato. Non solo non pubblicizzato».
E a chi gli fa notare che molti calciatori prestano il proprio volto per spot che pubblicizzano l'azzardo, Tommasi replica: «Non abbiamo competenze sulle scelte personali e professionali dei singoli e comunque con questa norma questo non potrà più accadere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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