"No alla gogna ma si dovrà capire cosa non ha funzionato in quei giorni"

Il capogruppo Malan: "Chi ha perso la vita non può essere morto invano"

"No alla gogna ma si dovrà capire cosa non ha funzionato in quei giorni"

«Nessuno vuole creare le condizioni per un processo politico con intenti vendicativi, ma oggi - anche alla luce di quanto emerge dall'inchiesta di Bergamo - bisogna davvero fare luce su quanto accaduto durante la pandemia da coronavirus, per evitare in futuro di ripetere gli stessi errori». Lucio Malan, capogruppo dei senatori di Fratelli d'Italia, è convinto che una commissione parlamentare di inchiesta sia necessaria per chiudere un capitolo doloroso della nostra storia.

Presidente Malan, Fratelli d'Italia, a partire da Galeazzi Bignami, chiede da tempo la commissione di inchiesta sulla pandemia. Con quale obiettivo?

«Vogliamo analizzare meriti e carenze, comprendere cosa non ha funzionato per essere pronti nel caso si ripresentasse una emergenza di questo tipo. Gli aspetti punitivi non ci riguardano, spettano alla magistratura. Le commissioni hanno poteri affini a quelli della magistratura, ma solo allo scopo di acquisire atti e conoscere una situazione in profondità».

Quali sono le colpe principali che individuate nella gestione della pandemia?

«Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di un'emergenza mai affrontata prima, un'epidemia simile alla spagnola del 1919-1920, ma chiaramente affrontata con mezzi diversi, imparagonabile con l'emergenza Covid. Si è trattato di una situazione nuova e si è agito per tentativi, questo è normale. Ma è chiaro che non ci può limitare a questa giustificazione per analizzare quanto è successo».

Dove bisogna guardare allora?

«È emerso chiaramente che non era stato aggiornato un piano pandemico. Inoltre bisognerà capire perché il rapporto dell'Oms dedicato alla sanità italiana, un dossier che metteva in evidenza tutte le carenze del nostro sistema, sia stato pubblicato il 13 maggio 2020 e ritirato il 14 maggio. Il ministro Speranza ha negato di aver tentato di influenzare l'Oms affinché facesse sparire un rapporto in cui si evidenziavano queste carenze, ma è stato smentito. E ancora le opacità della Cina nella comunicazione sull'origine e lo sviluppo della pandemia, tema sul quale va invece espressa solidarietà al governo».

Quando inizierà davvero i suoi lavori questa Commissione?

«Al Senato siamo pronti a dare il via libera, anche rapidamente. Deve essere approvata da entrambi i rami del Parlamento, ma c'è una ampia condivisione della necessità di una inchiesta da parte delle forze politiche. Ognuno poi potrà fare la propria parte e definire le proprie priorità. Io credo che in un paio di mesi potrà partire».

Fratelli d'Italia ne rivendicherà la presidenza?

«È un tema secondario, ne parleremo all'interno della coalizione di maggioranza e valuteremo quale assetto sia opportuno dare. L'importante è che la presidenza sappia condurre i lavori nel rispetto di tutti. La vera difficoltà sarà arrivare non solo a produrre dati, ma a risultati concreti».

Chi saranno i vostri interlocutori? Vi concentrerete anche sulla campagna vaccinale?

«I membri del governo, i presidenti delle Regioni, i componenti del Comitato Tecnico Scientifico, i dirigenti dell'Istituto Superiore di Sanità, oltre agli esperti. Il vaccino rientra sicuramente nel raggio d'azione possibile visto che ha riguardato tutti i cittadini italiani, sia coloro che si sono vaccinati, sia chi non lo ha fatto. Dobbiamo capirne la gestione, l'acquisizione, la questione Astrazeneca, indirizzare i lavori e capire dove concentrare l'attenzione».

Qual è lo spirito con cui vorrebbe che i partiti approcciassero questa commissione?

«Parliamo di una pandemia che ha causato la morte di quasi 200mila italiani.

Sarà importante avere un approccio non preconcetto per rendere davvero un servizio agli italiani, nel rispetto di coloro che hanno perso la vita per accertare se ci sono state delle responsabilità al di là dell'emergenza e della mancata conoscenza del comportamento di questo virus, per fare sì che dalla loro morte si tragga un opportuno insegnamento. Dobbiamo fare in modo che queste perdite non siano state vane».

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