Politica

Legge elettorale, ira leghista sulla Corte Costituzionale: "Torna la Prima Repubblica"

Calderoli avverte sui rischi del proporzionale: "Chi ha perso va al governo e chi ha vinto va all'opposizione". Anche Salvini furioso: "Un furto di democrazia"

Legge elettorale, ira leghista sulla Corte Costituzionale: "Torna la Prima Repubblica"

Ira in casa Lega, dopo il no della Corte Costituzionale al referendum sulla legge elettorale voluto dal Carroccio. Sulla questione è intervenuto a gamba tesa Roberto Calderoli: "Hanno cancellato il popolo e i suoi diritti". A suo giudizio il problema principale sarebbe la ricaduto sul Paese: "Si è sancito il no al fatto che si possa fare un referendum sulla materia elettorale, si ritorna alla Prima Repubblica". Effettivamente in molti temevano una decisione positiva: "Qualcuno aveva paura che se fosse passata una legge del genere, il centrodestra avrebbe potuto cambiare la Costituzione anche senza referendum". Il senatore dice di aver cercato di creare una tempesta perfetta: "Il referendum che si terrà a giugno sul taglio dei parlamentari e l'altro referendum con l'uninominale secco". In tal modo, se fosse passato, il giorno successivo "ci sarebbe stata la maggioranza a chiedere lo scioglimento della legislatura, avrebbero scelto di andare a votare subito con il Rosatellum".

Si ritorna al Mattarellum?

Recentemente Matteo Salvini aveva detto di essere pronto anche al proporzionale, ma con determinati requisiti ben specifici tra cui lo sbarramento: "Uno sbarramento serio. Il fatto di aver introdotto il 5% ma con il diritto di platea - che se anche non raggiungi il 5% ma raggiungi il quoziente intero in almeno tre circoscrizioni o in almeno due regioni diverse, almeno per la Camera prendi lo stesso seggi - è un indebolimento di tanto dello sbarramento".

Lo stesso leader della Lega e Giancarlo Giorgetti hanno proposto un ritorno al Mattarellum: "Significa che non siamo degli integralisti islamici". Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Calderoli infine ha fatto luce sui possibili rischi che potrebbe comportare un sistema proporzionale del genere: "Ci sarebbe il rischio che per fare un governo si debba avere la somma di tutti gli sconfitti, di tanti perdenti e quello che ha vinto le elezioni va all'opposizione". L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva dunque avanzato una proposta: "Torniamo al Mattarellum. Un sistema elettorale che porta il nome di garanzia del nostro presidente della Repubblica. Una legge che ha funzionato e che è stata sinonimo di alternanza". Così il giorno dopo le elezioni si potrebbe avere "un governo stabile, duraturo, che sia nelle condizioni di esercitare la sua funzione e che rispecchi rispettosamente l’indicazione democratica che arriva dal popolo elettore".

"Furto di democrazia"

Sulla vicenda ha tuonato anche Matteo Salvini: "Un furto di democrazia. Viene deciso che non è bene che scelgano gli italiani come eleggere i loro parlamentari ma devono essere solo i partiti nel chiuso del palazzo a parlare di legge elettorale. Che Pd e 5stelle festeggino il fatto che il popolo non possa votare, è veramente squallido". Intervenuto ai microfoni di Rai Radio1 al Gr1, l'ex ministro dell'Interno ha rivelato che Partito democratico e grillini "stanno lavorando per tornare indietro a una legge elettorale proporzionale che gli italiani ahimè si ricordano". Il senatore ha promesso che la Lega continuerà a battagliare "per una legge elettorale maggioritaria che la sera del voto dica agli italiani chi ha vinto e chi ha perso".

Stando tra la gente "ad esempio con una proposta di legge che chieda l'elezione diretta del presidente della Repubblica".

Commenti