Il Capo dello Stato dice di non abbassare la guardia su antisemitismo e razzismo mentre Forza Italia è sotto accusa per l'astensione in Senato, con tutto il centrodestra, sulla Commissione Segre. Senatrice Bernini, è stato un errore?
«Le duecento minacce al giorno nei confronti della senatrice Segre, simbolo e insieme memoria dell'unicità della Shoah, segnano una deriva che coltiva purtroppo i germi di un antisemitismo che Forza Italia ha sempre tenacemente combattuto, insieme a tutte le altre forme di razzismo. Basti ricordare che il Presidente Berlusconi ha fatto dell'amicizia con Israele la cifra distintiva della sua politica estera, consapevole che oggi l'unico modo per essere al fianco del mondo ebraico è sostenere Israele. Una consapevolezza, questa, spesso assente in parte della sinistra italiana, che non esita a sfilare ogni 25 Aprile insieme ai gruppi che, tra fischi e urla, insultano sistematicamente la Brigata Ebraica. Ecco: da questi signori non possiamo accettare lezioni».
Il Vaticano e la comunità ebraica italiana dicono che sui valori fondamentali bisogna stare uniti, perché non applaudire neppure la senatrice a vita reduce dai lager insieme agli altri? Non si rischia così di apparire dalla parte degli «odiatori» e soprattutto a rimorchio della destra della coalizione, Lega e Fdi?
«Questa domanda andrebbe rivolta alla maggioranza, che ha adoperato l'istituzione di una commissione così importante per piantare le sue bandierine strumentali. I simboli per noi non si devono usare, ma solo rispettare per farne tesoro. Punto. La nostra astensione è stata dunque anche una forma di rispetto per la senatrice Segre, a cui abbiamo espresso la totale solidarietà per le ignobili minacce ricevute, e chi dice che non l'abbiamo applaudita in aula dice solo una menzogna. Noi ci siamo spesi per arrivare a un documento unitario, ma la maggioranza ha presentato un testo preconfezionato e inemendabile. La verità è che da parte della maggioranza non c'è stata la volontà di convergere su un testo comune».
Mara Carfagna dice che non votando la mozione Segre si tradiscono i valori di Fi e con lei prendono le distanze altri azzurri come Bergamini, Cangini, Savino, Napoli, Cattaneo. Non si rischia la rottura?
«Spero che questi colleghi abbiano letto attentamente la nostra mozione, che riafferma tutti i valori fondanti di Forza Italia e difende il principio della libertà di espressione sancita dalla nostra Costituzione. Come forza autenticamente liberale, siamo infatti da sempre contrari ai reati di opinione, e alcuni passaggi del documento di maggioranza contenevano troppe ambiguità sulla definizione, ad esempio, di dichiarazioni sgradite anche quando non ledono la dignità della persona equiparando, poi, ogni nazionalismo al razzismo. Una semplificazione inaccettabile. Mancava inoltre qualsiasi riferimento al pericolo del radicalismo islamico, e alla necessità di contrastare le campagne di odio alimentate dagli Stati-culla dell'islamismo autoritario che intende cancellare la memoria stessa dell'Olocausto e allo stesso tempo perseguita i cristiani. Non potevamo insomma inchinarci al pensiero unico relativista che mette sullo stesso piano la civiltà occidentale figlia del Cristianesimo, che rispetta tutti i diritti umani, e gli Stati islamici in cui invece si pratica la sharia e le donne vengono sistematicamente sottomesse. Non ci sottomettiamo, insomma, a chi vuol cancellare il Crocifisso dalla nostra storia».
Anche sulla decisione di scendere in piazza a San Giovanni sono scoppiate polemiche, in particolare sulla presenza di CasaPound. Berlusconi ripete che il ruolo di Fi è rappresentare il centro moderato e controbilanciare la destra-destra: si è persa un'occasione importante?
«Ma quale occasione perduta? La
manifestazione di piazza San Giovanni è stata una grande festa di popolo, del popolo di centrodestra che ci vuole uniti per mandare a casa il governo più illiberale della storia. La vera occasione l'ha persa chi ha disertato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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