Il nodo Regioni e i ristoranti fanno slittare lo show di Conte

Il governo litiga e si spacca sulle restrizioni: il premier non riesce a esibirsi a reti unificate. Il nuovo Dpcm infuoca i giallorossi: "Non pensare ai like, basta pasticci e spettacolarizzazione"

Il nodo Regioni e i ristoranti fanno slittare lo show di Conte

Il governo non riesce a mettersi d'accordo neanche sul nuovo Dpcm e continua a litigare mentre gli italiani devono fare i conti con le drammatiche conseguenze provocate dall'emergenza Coronavirus. Fonti del palazzo avevano fatto sapere che il premier Giuseppe Conte avrebbe tenuto la sua solita conferenza stampa questa sera alle 20.30, ma il caos scoppiato ha rinviato il suo show a domenica. Sono infatti ancora in corso tutte le verifiche del caso tra Stato e governatori locali: nello specifico a dividere è l'ipotesi di porre il divieto di spostamento tra le Regioni. Un'opzione verso cui i 5 Stelle avrebbero manifestato più di qualche perplessità. La richiesta è quella di disporre le riaperture sulla base dei dati epidemiologici e a discrezione dei presidenti di Regione.

Nella bozza è paventata la chiusura di bar e ristoranti alle 18, ma i governatori hanno chiesto almeno di posticiparla alle 23 con servizio al tavolo e alle 20 senza, prevedendo l'inserimento del ristoro economico per le attività colpite dalle misure. Al presidente del Consiglio arrivano durissime frecciatine addirittura dai componenti della maggioranza di cui è responsabile. "Basta pasticci come sui sindaci e spettacolarizzazione della pandemia mentre la gente soffre, no all'ennesima conferenza stampa show di Conte senza che il Dpcm sia stato firmato e pubblicato", ha tuonato Michele Anzaldi. Il deputato di Italia Viva ha rivolto una domanda senza citare il soggetto interessato, ma il riferimento all'avvocato è chiaro: "Qualcuno pensa ancora a like e sondaggi dopo il disastro delle nuove chiusure in arrivo?".

Slitta il Dpcm

I nodi ancora da risolvere restano molteplici: la firma e l'annuncio del Dpcm dovrebbe arrivare domani, domenica 25 ottobre. Quella di oggi è stata una lunghissima giornata piena di riunioni - con ministri, capi delegazione di maggioranza, capigruppo di opposizione ed esperti - per studiare le nuove restrizioni. Alcuni governatori hanno avanzato la possibilità di innalzare la didattica a distanza delle superiori dal 75% al 100%. Nel frattempo è ripresa la riunione tra Giuseppe Conte e i capi delegazione delle forze di maggioranza: il confronto di oggi era stato sospeso per dare il tempo ai ministeri di verificare i profili economici dei ristori per le categorie più colpite dalla nuova stretta e per avviare il dialogo con le forze parlamentari e con le Regioni. Anche questo ha fatto rallentare la tabella di marcia.

Il centrodestra compatto è uscito del tutto insoddisfatto dal confronto pomeridiano. Forza Italia, nella persona del vicepresidente Antonio Tajani, ha illustrato le richieste per questa fase delicata che il nostro Paese deve affrontare: "Abbiamo ribadito i nostri due paletti. Il primo: non si può fare nessuna misura che riguardi le categorie produttive senza una adeguata 'copertura', un giusto sostegno economico alle loro attività. Nessuna categoria produttiva può pagare per tutti: se c'è una chiusura, ci deve essere il risarcimento economico. Secondo paletto: prima di prendere una decisione sulle attività sportive il governo deve consultare il Coni e le federazioni".

Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia punta duramente il dito contro il governo: "Si colpisce la ristorazione, con la chiusura nei giorni festivi e la sera, infliggendo a quegli imprenditori una doppia pena: farsi carico dei costi fissi e portare al minimo gli incassi. Stessa sorte per palestre, teatri, cinema al chiuso e all'aperto". Matteo Salvini auspica che arrivino immediatamente soldi "sui conti correnti di chi sarà danneggiato da nuove limitazioni o chiusure".

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