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"Non potevo votare il reintegro dei no vax ma non è uno strappo"

La capogruppo di Forza Italia al Senato spiega il "no" all'articolo 7 del decreto Rave

"Non potevo votare il reintegro dei no vax ma non è uno strappo"

Senatrice Ronzulli, la sua scelta non è un attacco al governo. Eppure la sinistra ha strumentalizzato subito la sua posizione.

«Capisco bene il tentativo delle minoranze di alimentare spaccature che non esistono e di strumentalizzare il mio travaglio interiore su un provvedimento che condivido in tutto tranne che per la parte riguardante il reintegro anticipato dei medici no vax. Nel mio intervento in Aula ho detto chiaramente che la mia posizione è a titolo personale, ho sottolineato che la lealtà incondizionata verso il governo non può né deve essere messa in discussione e ho dato mandato al gruppo di Forza Italia di votare compatto a favore del decreto. La maggioranza è sana e coesa e non sarà certo il singolo voto di coscienza di un singolo senatore a creare problemi. Tra l'altro, avevo anticipato la mia posizione al presidente Berlusconi e al capo delegazione di Forza Italia al governo, Tajani».

Lei, in questi anni, ha ricevuto minacce pesantissime dai no vax, e non ha mai mollato. La sua non è altro che coerenza?

«È assolutamente così. Sono stata io ad ispirare, con una mia proposta di legge, il decreto del governo in materia di obbligatorietà dei vaccini per gli operatori sanitari. È una battaglia che ho combattuto per tutelare la salute dei cittadini e la sicurezza del servizio sanitario. Oggi non posso tornare indietro e dire sì al reintegro di chi ha deciso di non sottoporsi a vaccinazione. Non è stata una decisione semplice, ma ne va della mia storia e della mia credibilità».

In Aula ha ricordato che sul dl si è recentemente espressa la Corte Costituzionale

«Una sentenza che conferma quanto il decreto sull'obbligatorietà delle mascherine sia stata legittima. In questo caso, non la politica ma la giustizia e il buon senso si sono incaricati di fare chiarezza sulle questioni contrarie alla salute e, in particolare, alla salute dei più fragili».

Sui medici no vax e sul loro reintegro lei afferma le stesse cose da anni.

«Sono convinta che gli operatori sanitari siano moralmente ed eticamente chiamati a sottoporsi alla vaccinazione. Chi si rivolge al sistema sanitario ha diritto ad essere curato in piena sicurezza. Far passare il principio contrario significa dire ai sanitari che si sono vaccinati che avrebbero anche potuto non farlo. Così si rischia di creare un precedente pericoloso. Cosa accadrebbe nel caso in cui dovessimo trovarci a fronteggiare un'altra emergenza sanitaria? Un'eventualità che tutti ci auguriamo non si verifichi, ma che non possiamo escludere.

La situazione affrontata dal governo Meloni è complessa. L'opposizione, tra piazze aizzate (Conte) e tentativi di strumentalizzazione (Calenda), non pare rendersi conto del clima sociale nel Paese. Conviene?

«Un'opposizione costruttiva, per quanto dura, sarebbe non solo auspicabile ma necessaria. Purtroppo, invece, siamo costretti a fare i conti con minoranze litigiose l'una con l'altra, che non agiscono nell'interesse del Paese ma del proprio orticello. Così ci ritroviamo con il populismo sfrenato dei 5 Stelle e con un partito, quello di Calenda, che cerca ogni pretesto per sollevare polemiche, nell'illusione che questo serva ad uscire dall'irrilevanza a cui il suo stesso leader lo ha condannato».

Il presidente Silvio Berlusconi vi ha riunito ad Arcore. Fi è ancora il perno del centrodestra (a discapito dei tanti, specie tra i sedicenti analisti politici, che vi vorrebbero fuori gioco)

«Forza Italia sta dimostrando con i fatti la sua centralità nella maggioranza. Ci siamo battuti per evitare che le nuove norme sul Superbonus penalizzassero cittadini e imprese che si sono fidati dello Stato. Stiamo lavorando affinché in manovra ci siano più risorse per la decontribuzione sulle assunzioni dei giovani, per le pensioni minime, il diritto allo studio e le Forze dell'Ordine.

Grazie a noi sono stati corretti alcuni errori nel Dl Rave e abbiamo chiesto e ottenuto la cancellazione dell'equiparazione dei reati contro la pubblica amministrazione alla mafia».

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